SAC. ANTONIO CASARIN

 

 


 

 

Deceduto nel Piccolo Cottolengo di Cerrillos – Santiago del Cile il 20 aprile 2020, a 84 anni d’età, 65 di professione religiosa e 56 di sacerdozio.

Apparteneva alla Vice-provincia “Nuestra Señora del Carmen” (Chile).

 

 

Don Antonio Casarin Manzan nacque a Visnadello di Spresiano (Treviso) il 27 settembre 1935, figlio di Guerrino e di Angela, sesto di sette fratelli; fu battezzato il 2 ottobre successivo e cresimato il 20 giugno 1943 nella locale parrocchia dei Santi Filippo e Giacomo minore.

Dopo le elementari al paese, per continuare gli studi e coltivare la vocazione di donarsi a Dio, fu accolto dal conterraneo Don Ferruccio Netto a Genova-Camaldoli il 23 giugno 1946, iniziando il ginnasio e completandolo a Lu Monferrato (Alessandria), Voghera (Pavia) e Buccinigo d’Erba (Como), ricevendo l’abito talare il 28 agosto 1948 a Voghera (1946-53).

A Villa Moffa di Bra (Cuneo) fece l’anno di noviziato e la professione dei primi voti il 12 settembre 1954, seguiti dal corso di liceo classico (1954-57) e dall’anno di propedeutica al “Paterno” di Tortona (Alessandria). Dai superiori fu inviato per il tirocinio nel nuovo probandato di Dicastillo (Navarra, Spagna), assistente ed insegnante di matematica, latino e geografia (1958-60).

Tornato in Italia, riprese gli studi di Teologia nel Seminario Maggiore Orionino di Tortona (1960-64), professando in perpetuo il 17 dicembre 1960, ricevendo il sacro Diaconato il 2 febbraio 1964 e l’ordinazione sacerdotale il 14 marzo 1964 nella chiesa parrocchiale nativa di Visnadello di Spresiano (Treviso).

Nuovamente destinato a Dicastillo (Navarra, Spagna), dal 1964 al 1972 si prodigò con zelo sacerdotale e carismatico alle vocazioni e formazione degli aspiranti alla vita religiosa orionina, vicario, assistente ed insegnante; tornato in Patria, trascorse un anno assistendo i ragazzi diversamente abili nell’istituto “Famiglia Moresco” a Bogliasco (Genova), in attesa dei documenti per la nuova missione.

Nel 1973 fu destinato alla Vice-provincia del Cile nella comunità di Cerrillos – Santiago, occupandosi dell’amministrazione del “Hogar” per bambini con difficoltà mentali gravi; qui, viste le necessità, iniziò l’ampliamento dell’Opera con la costruzione di nuovi padiglioni per l’assistenza ai minori e per i servizi generali, avviando nel contempo la costruzione della parrocchia “Nuestra Señora de la Reconciliación” in Villa Mexico, provvedendo col camioncino del Cottolengo alla raccolta di viveri e generi alimentari per la Mensa dei poveri, frequentando pure il corso di specializzazione universitaria di direttore di Case per minori con difficoltà mentali gravi (1976-78).

Nel 1979 fu trasferito alla comunità di Los Angeles, vicario, economo e responsabile del “Hogar” per anziani, ampliandolo da 16 a 110 assistiti, impegnandosi nel contempo come parroco della parrocchia “Santa Maria Madre della Chiesa” prima, poi come vicario parrocchiale in quella del Perpetuo Soccorso; fu pure membro del Consiglio Presbiteriale diocesano.

Nel 1987 fu l’ideatore della “Fundación Betzaida” per il sostegno delle attività sociali e caritative dell’Opera in Cile. Aiutò diverse persone con problemi politici, un’attività riconosciuta anche dal Comitato per i Diritti Umani. Sempre a Los Angeles favorì la creazione di cooperative agricole, stazioni radio e tre cappelle multiuso per le comunità dei settori di Paraguay, San Gerardo e Pitramaitén.

Con le stesse mansioni e dedizione, nel 1991 passò alla comunità di Rancagua, con il Cottolengo, la parrocchia “Cristo Rey”, la scuola speciale “Frey Ave Maria” e la “Fundación Betzaida”, prodigandosi fino al 2002: vicario ed economo (1991-93), direttore ed economo (1993-99), economo e responsabile Cottolengo (1999-2002).

Altrettanta dedizione e spirito di servizio ai poveri e agli “scarti” della società, Don Antonio fece al ritorno nella comunità di Los Angeles, per il normale avvicendamento, dal 2002 al 2016, quando, per maggiore assistenza e cura della salute si trasferì al Cottolengo di Cerrillos – Santiago, collaborando, con il ministero sacerdotale e nella costante preghiera fino alla fine, nella testimonianza di amore al Signore, alla Chiesa, al Papa e alle anime.

Per il suo apostolato in terra cilena, Don Antonio ha ricevuto la maggiore onorificenza che il Cile concede a cittadini stranieri, cioè la cittadinanza cilena “per grazia” con la seguente motivazione del Senato Federale: “È consueto nella storia della nostra nazione che la nazionalizzazione per grazia si conceda a persone di grande notorietà nazionale e internazionale. Tuttavia, i meriti per ottenerla si trovano anche nelle persone che lavorano in silenzio, modestamente, con grande rinuncia alle proprie aspirazioni di benessere, di tranquillità e di accumulo di beni materiali. Questo è il caso di Don Casarin che ha sviluppato un magnifico lavoro missionario, umano e benefico per la nazione. È per questo che il riconoscimento migliore che il Cile possa dare al religioso Antonio Casarin è concederle, per speciale grazia, la nazionalità cilena (…) per i grandi servizi fatti alla Patria e come onore pubblico per essere un grande servitore.”.

Ultimamente era ricoverato all’ospedale per problemi cardiaci; fu dimesso durante il Venerdì Santo 10 aprile. Poi a casa, il 20, dopo la festa della Divina Misericordia, all’improvviso, ebbe un arresto cardiaco fulminante e rendeva la sua anima a Dio.

Dopo il commiato liturgico nella parrocchia orionina di Cerrillos, fu sepolto nel nostro cimitero del Cottolengo, in attesa della Risurrezione finale.