SAC. CESARE CONCAS
Deceduto il 20 marzo 2020 all’Ospedale di
Novi Ligure (Alessandria) a 81 anni d’età, 61 di professione religiosa e 51 di
sacerdozio.
Apparteneva alla Provincia religiosa
“Madre della Divina Provvidenza” (Italia).
Positivo
al Covid 19, Don Cesare era ricoverato da due
settimane all’ospedale di Novi Ligure ed è spirato quando la febbre era ormai
scomparsa da due giorni e tutti speravano nel miracolo anche se i medici
dicevano di non farsi illusioni per via delle patologie pregresse; vigile e
cosciente fino all’ultimo, andava preparandosi con fiducia nella preghiera
all’incontro col Signore.
Nacque
a Burcei (Cagliari) il 5 gennaio 1939, ultimo di cinque figli di Salvatore e di
Serafina Carìa; famiglia povera ma laboriosa e di
fede praticante. Fu battezzato il 22 successivo e cresimato il 16 novembre
1948.
Concluse
le scuole elementari nel paese (1946-51), l’interessamento del parroco lo manda
al probandato di Villa San Biagio a Fano (Pesaro-Urbino) per le classi medie,
proseguendo poi per Villa Periaschi di Sassello
(Savona) dove completa la terza e il ginnasio (1952-57).
A
Villa Moffa di Bra (Cuneo) compie l’anno di noviziato e professa i primi voti
religiosi l’11 ottobre 1958, continuando il corso del liceo classico nel
vicino istituto “San Tommaso” (1958- 61) completandolo con l’anno di
propedeutica filosofica al “Paterno” di Tortona (Alessandria), espletando il
tirocinio pratico (1962-64), assistente e insegnante nel seminario minore di
Villa San Biagio a Fano (Pesaro-Urbino).
Professato
in perpetuo nelle mani del Superiore generale Don Giuseppe Zambarbieri il 12
settembre 1964 nel santuario mariano di Varallo Sesia (Vercelli), torna a
Tortona per la formazione umana, spirituale ed ecclesiale al sacerdozio
nell’istituto Teologico a San Bernardino (1964-68), integrata dalla ricezione
del Diaconato (21 dicembre 1967) nella parrocchia orionina
di San Giuseppe Benedetto Cottolengo a Genova e l’ordinazione sacerdotale (14
luglio 1968) nel santuario di Nostra Signora di Bonaria a Cagliari.
I
primi anni di apostolato sacerdotale lo impegnano nel seminario minore di
Selargius (Cagliari): animatore vocazionale (1968-72), direttore (1972-75),
consigliere e animatore (1975-76); nel probandato di Finale Emilia (Modena)
continua l’educazione e l’animazione vocazionale dei giovani, col ruolo di
vicario ed economo della comunità (1976-83). Destinato nuovamente a Selargius,
collabora come animatore vocazionale e collaboratore parrocchiale dal 1983 al
1990 e direttore della comunità dal 1990 al 1993.
Nominato
Parroco della parrocchia di Carbonia (Cagliari) si prodiga con impegno al bene
spirituale e materiale della popolazione povera e bisognosa fino al 2002, con
la direzione della comunità religiosa dal 1996.
Destinato
dall’obbedienza alla comunità di Copparo (Ferrara), vi lavora per un triennio
(2002 -05) vicario e parroco, e dal 2005 al 2017 si prodiga col ministero
sacerdotale dell’ascolto e della riconciliazione oltre che caritativo verso
tutti.
Per
il normale avvicendamento di regola, passa alla comunità del “Mater Dei” a
Tortona con l’incarico di confessore nel santuario “Madonna della Guardia”,
centro spirituale della devozione mariana e orionina,
collaborando fino all’arrivo dell’invisibile Covid-19 che l’ha stroncato.
Don
Cesare viene ricordato come uomo e sacerdote propositivo, colto e di profonda
preghiera. Collaborava a lungo con diverse riviste; le sue poesie sono
conservate nello zibaldone “Poetica pabula, mentis elevatio, musarunque solatium” ed è stato anche membro dell’accademia universale
“Federico di Svevia”. Nell’immagine ricordo per il suo 50° di sacerdozio così
scriveva:
“Cinquant’anni
non sono stati vani, unendo il cuor Tuo al mio. In preghiera giungo le mani per
dire GRAZIE a Dio: Signore, al mio fianco rimani, questo solo è il mio desìo. Null’altro bramo quaggiù se non viver per Te, mio
Gesù”.
Per
disposizioni superiori, i funerali furono in forma strettamente privata.
Articolo pubblicato su “La Stampa” del 21 marzo 2020