Casella di testo: ex allievi Don Orione
Casella di testo: Metodi per diventare Santi                                                                   posta@unangelo.it

ESEMPIO   DI   UN   EX ALLIEVO

E  DELLA  SUA   GIOVANE   SPOSA

dal periodico “La Piccola Opera della Divina Provvidenza” febbraio 1969

 

Protagonista è il Dott. Giovanni Rampi dì Mortara,

ex-allievo del Liceo Scientifico frequentato al San Giorgio di Novi Ligure

negli anni 1953-1957.

Lasciamo alla penna di Giancarlo Torti

la descrizione del gentile ed esemplare episodio.

 

 

Due giovani sposi lomellini, il Dott. Giovanni Rampi e la Dott.ssa Maria Raffaghello, lui oriundo di Parona, lei di Scaldasele, ultimamente residenti a Mortara, unitisi in matrimonio il 24 giugno scorso, sono i protagonisti di una meravigliosa storia che sta attuandosi nella lontana Nigeria, nel pieno della foresta africana. La raccontiamo con trepida commozione, perché testimonianze così sono davvero intessute di stupende idealità che soltanto spiriti eletti sanno offrire.

Giovanni e Maria sono due giovani medici. Li unisce non solo l'amore reciproco, ma anche lo stesso slancio umanitario; la comune carica di bene che vogliono portare agli altri e che nella professione sanitaria trova la sua, più viva attuazione; gli stessi alti ideali. Sono già cose belle e squisite, tali da fare la completa felicità di due giovani vite che hanno voluto unirsi non solo per darsi reciproco conforto, ma per che hanno capito d'avere una missione da compiere. Ma non è tutto: li unisce lo stesso ideale missionario. Se lo scoprono insieme con commozione, intendono insieme realizzarlo.

Giovanni e Maria si sposano e sono felici. Potrebbero iniziare la vita di sposi profondendo nella medicina lo spirito umanitario che li contraddistingue. Ma a loro non basta: il sogno è un altro. Capiscono che la felicità non avrebbe senso se appagasse soltanto loro stessi, se si completasse nelle prospettive di un'affermazione professionale pur legittima, se trovasse spiragli di luce dai quali gli altri non siano illuminati. La felicità di Giovanni e di Maria, per essere totale e Significativa, deve comunicarsi agli altri, deve attuarsi solo nella misura d'amore che sanno offrire a chi di due sposi così ha bisogno.

Ed eccola la meraviglia di questa storia: freschi sposini si inginocchiano ancora davanti ad un altare e stavolta, - dopo essersi inginocchiati una prima volta per scambiarsi le «fedi» -, per ricevere dalle mani del Vescovo di Padova il Crocifisso di Missionari. E mentre avrebbero tutto il diritto di tenersi per loro stessi i primi anni di matrimonio, il Dott. Rampi e la Dott. Raffaghello lasciano le comodità di una casa nuova, i familiari, gli amici, le possibilità di una facile carriera, le prospettive di una vita serena e brillante e vanno a testimoniare l'amore nella foresta africana, a circa 400 chilometri da Lagos, portando l'ideale e l'entusiasmo di giovani missionari in uno sperduto ospedale ove i dolori sono tanti e le mani per lenirli poche. Un sacerdote e due suore li accolgono a braccia aperte. Giovanni e Maria non hanno neppure il tempo di assaporare la gioia del loro comune sogno compiutamente e finalmente avveratosi che già sono alle prese coi sofferenti, con vite umane da salvare. Sono pieni di lavoro: il Dott. Rampi opera quotidianamente per 6-8 ore al giorno in una massacrante tensione; la Dott. Raffaghello gli è vicina, lo aiuta professionalmente, si assume la sua parte dii malati, si prodiga fino all'impossibile.

E' una storia che non ha per protagonisti personaggi eccezionali, ma soltanto due giovani medici lomellini i quali hanno capito che l'amore ha bisogno di dilatarsi per realizzarsi nella sua compiutezza. Uniti per gli altri; le loro esistenze in comune per salvare le vite degli altri. Pensiamo che in questa donazione, che non è esagerato definire eroica, il matrimonio di Giovanni e Maria diventi il simbolo degli stupendi esempi offerti dalla famiglia cristianamente intesa e che si possa raccogliere il riflesso di un tempo non solo caratterizzato da aberrazioni ed egoismi ma anche da testimonianze di così immacolato e puro splendore.

 

Giancarlo Torti