Casella di testo: ex allievi Amici e collaboratori di Don Orione
Casella di testo: Metodi per diventare Santi                                                                  posta@unangelo.it

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IL SOGNO DIVENTATO REALTA’ del Prof. LEANDRO LISINO

per oltre quarant’anni docente al Collegio Dante di Tortona

 

Il 22 gennaio è il giorno in cui un sogno è diventato realtà. Ecco come il Prof. Lisino concluse una conversazione, tenuta negli anni ottanta, in una serata del Marzo Orionino, pubblicata poi in un quaderno dei “Messaggi di Don Orione”al n. 45.

“Ora che mi avvicino all'età della pensione, mi capita spesso di fare un sogno singolare. Voi sapete come sono i sogni: tutto ciò che vi accade è decisamente irreale, ma presenta gli stessi caratteri della realtà. Così io sogno di trovarmi davanti a una grande porta, bel­lissima, sovrastata da una scritta in oro e mi accorgo, guardandola bene, che quella scritta dice « Paradiso ».

Suono il campanello e la porta si apre. Un grande vecchio, con la barba bianca e fluen­te, si presenta sulla soglia e mi chiede: « Che cosa vuoi? ». « Ho degli amici là dentro » - rispondo io - « e vorrei entrare. Posso? ».

A questo punto, immancabilmente, il sogno si interrompe e, con mia grande stizza, non riesco mai a sentire la risposta del celeste por­tinaio.

Voi dite che mi farà entrare? Io spero proprio di sì”.

Ma certamente rispondiamo noi, e gli amici Don Nicola, don Di Pietro, don Cazzulo, don Zambarbieri, don Sparpaglione e tanti altri lo hanno già accolto dopo che il grande vegliardo gli ha aperto la porta il 22 gennaio scorso. Ma soprattutto lo ha accolto Don Orione che, a suo dire, giganteggiava dietro le persone dei suoi diretti educatori, suoi amici.

Ecco come lo ricorda in quella conversazione. “La gigantesca figura di Don Orione, come è facile comprendere, stava dietro le figure, pur così ricche di fascino, dei miei educatori diretti. Durante la mia permanenza in Istituto non ebbi occasione di conoscere di persona il fondatore, anche perché rimase per parecchio tempo in America, ma nel 1938 - l'anno nel quale presi il diploma di ragioniere - Egli venne al « Dante » in visita, come si suol dire, ufficiale, e mi toccò la fortuna di servirgli la S. Messa. Non dimenticherò mai quella Messa: arrivato alla consacrazione, Don Orione si rag­gomitolò (scusatemi, ma non riesco a trovare un altro verbo più adatto) sull'altare e, come se si sentisse rapito da una forza immensa e so­vrumana, pronunciò con voce implorante, gra­ve, vorrei dire non più completamente umana ma quasi celeste, le parole della transustanzia­zione. Io sentii, in quel momento, un fremito che mi scosse tutto ed ebbi per un attimo l'impressione di vedere, di vedere con gli occhi, sul bianco lino dell'altare, proprio il corpo e il sangue di Cristo. Con i santi, vedete, capitano cose strane.

E con i santi si possono compiere anche cose che agli occhi degli uomini possono sembrare strane. Come ex – allievo, infatti, dopo avere conseguito tutte le abilitazioni all’insegnamento che la sua laurea gli consentivano e dopo aver partecipato e vinto un concorso, al momento di entrare nei ruoli della scuola pubblica decise di rinunciare alla cattedra statale e di rimanere all’istituto Dante, scuola privata, dimostrando di considerare l’insegnamento molto di più di una professione o un mestiere ma un vera e propria missione. Decisione avventata? C’è chi l’ha pensato e c’è chi glielo ha detto anche apertamente. Ma il Prof. Lisino non si è mai pentito della scelta effettuata, e non ha mai avuti rimpianti anche se ci ha rimesso sotto l’aspetto economico, perché subito ha condiviso senza riserve, restandone affascinato, il pensiero di Don Orione, sulla funzione educatrice della scuola. E fu quindi “mitico” professore di ragioneria presso quell’Istituto per più di quarant’anni, forgiatore di migliaia di ragionieri del Tortonese e zone limitrofe.

Ecco ancora come si espresse a riguardo: “Per quanto mi concerne io sono fiero, e mi considero fortunato, di essere cresciuto e di aver lavorato nella scuola e alla scuola di Don Orione: e sento soprattutto di dover ringra­ziare il Signore per il prezioso dono che mi ha fatto quando ha guidato i miei passi sulla strada di un Maestro di così eccelsa statura.

E a Don Orione ha sempre avuto tanta devozione. Difficilmente mancava a quelli che sono gli appuntamenti più importanti che si svolgono nel nostro Santuario come la festa di Don Orione celebrata prima il 12 Marzo e poi, dopo la canonizzazione il 16 Maggio o la festa della Madonna della Guardia il 29 agosto. Anche l’anno scorso, pur sofferente era presente e ha partecipato alla Santa Messa delle ore 8,30

Ma vorrei aggiungere qualche mio ricordo personale. In questi ultimi anni, anni di sofferenza per lui gli sono stato molto vicino. Lo andavo spesso a visitare, spesso gli telefonavo e si era instaurato un vero e profondo rapporto di amicizia e pensare che in passato ho sempre avuto un po’ di timore riverenziale nell’accostarlo; mi incuteva soggezione!

Ricordo che quando gli telefonavo e gli chiedevo se potevo andarlo a trovare mi rispondeva sempre: Venga, venga, l’aspetto a  braccia aperte, e in tal modo veramente mi accoglieva e quando alla fine ci lasciavamo aveva sempre qualcosa da donarmi (classiche erano le “tegole”, tipico dolce della Vallè (Valle d’ Aosta) che mi donava ritornando dalla villeggiatura estiva.

Quando parlava del passato, tra l’altro aveva un memoria ferrea, del Dante, di Don Orione notavo che si commoveva e i suoi occhi si inumidivano e diceva: Ah! Don Orione che uomo, che uomo!

Sottolineo un particolare avvenuto nell’ultima visita che gli ho fatto. Era qualche giorno prima di Natale e come sempre gli ho telefonato e gli ho chiesto come stesse di salute e mi ha risposto: Male! male, però venga perché ha bisogno di parlare con lei. Sono andato e l’ho trovato più sofferente debilitato, privo di forze. Quando ci siamo lasciati scambiandoci gli auguri mi ha detto: fra pochi giorni sarà Natale, lo trascorrerò con i miei figli e parenti ma sarà l’ultimo e poi salutandomi mi ha detto: Preghi tanto don Orione lei che gli è sempre accanto che mi aiuti e mi sia vicino in questo momento, credo che non ci vedremo più! C’è stato un attimo di silenzio ma poi ha aggiunto con un sorriso. Ma no, noi ci rivedremo lassù. Un espressione del genere lo può affermare solo che ha fede, una fede profonda e il Prof. Lisino di fede ne aveva veramente tanta anche se non era appariscente.

Nell’immaginetta ricordo è stato scritto: “Tortonese esemplare, uomo giusto e retto, uomo di valori e di ideali, esempio splendido di fede e di amore alla famiglia, a Don Orione e alla sua Congregazione.

Caro Leandro, ora che il tuo sogno si avverato, ora che sei lassù insieme ai tuoi amici, insieme a Don Orione, ricordati di noi e… arrivederci!

 

                                                                       Don Francesco Maragno

 

Prof. Leandro Lisino

Insegnante Collegio Dante di Tortona

Tortona 16 dicembre 1920

+ 22 gennaio 2007

 

Tortonese esemplare,
uomo giusto e retto,
uomo di valori e di ideali,
esempio splendido di fede
e di amore alla famiglia,
a Don Orione e alla sua Congregazione.