Figli della Divina Provvidenza (FDP)

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ordine alfabetico per Cognome

 

 Necrologio Figli della Divina Provvidenza (ricordati nel giorno anniversario) 

 

 

E (4)

 

1.      Elikowski Roy

2.      Errani Vincenzo

3.      Esquivel Esteban Ismael

4.      Eugenio Jose

Fratel José EUGÊNIO

Tornato al Signore il 29 febbraio 2004, nell’istituto Don Orione in Juiz de Fora (Minas Gerais, Brasile), a 77 anni d’età e 53 di Professione religiosa.

Nacque nella città di Alvinópolis (Mariana, Brasile) il 7 aprile 1926. Fu battezzato il 12 dello stesso mese e cresimato nel 1928. I suoi genitori erano contadini salariati, molto poveri, per cui il piccolo José ebbe molte difficoltà a frequentare le elementari, che fece ad Alvinópolis con l’aiuto di un padrino, al quale espresse anche il desiderio di consacrarsi a Dio, pur sapendo le difficoltà e i pregiudizi riguardanti la “pelle nera”.

Anni dopo, così narrò la sua vocazione e il suo ingresso a São Julião il 15 marzo 1949: “Un giorno, il mio padrino, viaggiando in treno da Miguel Burnier a Ponte Nova, s’incontrò con Padre Antonio Pagliaro. Durante la conversazione gli parlò del mio desiderio di farmi religioso e che, essendo negro, speravo di trovare una congregazione religiosa che mi accettasse ugualmente. Egli senza difficoltà rispose che, se José era disposto, poteva entrare in quella di Don Orione lo stesso giorno. Quando il mio padrino giunse a casa con questa notizia, ebbi l’animo colmo di gioia, e subito mi misi in comunicazione con Padre Antonio, per concordare una visita al seminario. Fu così che nel 1949 entrai nella Congregazione.”. A 23 anni! Ne ricordava sempre anche l’ora: alle 19!.

Qui trascorse il primo anno da probando aiutando in comunità e imparando tante cose utili e necessarie nelle nuove situazioni di vita: la socialità nei rapporti, faceva il sacrista, confezionava le ostie, assisteva i meninos e i poveri, ma soprattutto alimentava il suo desiderio di consacrarsi al Signore. Era contento, e con lui anche i superiori, tanto che il Provinciale di allora, Padre José Montagna, in una sua visita colà, chiese di portarlo con sé a Rio de Janeiro, per lavorare nel Santuario “N.S. de Fatima”. José migliorò la sua formazione liturgica, musicale, pedagogica e culturale, rendendosi sempre più disponibile al servizio.

Passò poi a Paraiba do Sul per il regolare noviziato con la guida di Padre Luiz Lazzarin (’50-’51), emettendo i primi voti l’11 febbraio 1951. I superiori lo destinarono assistente dei ragazzi al “Lar” di Belo Horizonte (’51-’54), a Morada Nova (’54-’58) e a Juiz de Fora fino al ’61. Nuovamente a Morada Nova dal ’61 al ’75, aiutando Padre Zuliani, ma soprattutto occupandosi della fattoria a circa 30 Km dalla città, che fungeva da parrocchia, oratorio, fazenda agricola, scuola per interni ed esterni, sempre prodigandosi, fino a compromettersi la salute, ormai scossa. Fu trasferito a São Paulo.

Passati due anni a Niteroi, in mezzo ai ragazzi e nella cura della chiesa parrocchiale (’75-’77), fu poi trasferito nel Centro di Ouro Branco, donando energie e attitudini a favore dei piccoli seminaristi e di altri ragazzi esterni, bisognosi di istruzione, formazione e fiducia nella Provvidenza divina. Vi rimase 15 anni. Tornato nuovamente a Belo Horizonte, divenne ministro straordinario dell’Eucaristia, che portava anche ai malati. Curò il piccolo clero per il servizio liturgico con molto fervore; il vescovo gli permise di benedire le auto, presiedere veglie funebri e riunioni di preghiera in mancanza del sacerdote. Sempre con le stesse mansioni passò a Morada Nova e infine a Juiz de Fora dove, dal ’92, col lavoro e la preghiera, ma soprattutto coll’esempio di vita, formava i piccoli seminaristi e gli orfani, che rimanevano conquisi dalla sua serenità, dall’amore ai confratelli e alla Congregazione e alla sua vocazione, anche se non era sacerdote. Ravvivò sempre l’anelito alla santità nella quotidianità delle piccole e umili azioni fatte per il Signore e per i fratelli, anche nella malattia purificatrice,  lieto di amare Don Orione e la Congregazione, che sentì sempre come madre, da vero figlio della Divina Provvidenza.

(dagli "Atti e Comunicazioni della Curia Generalizia")