Figli della Divina Provvidenza (FDP)

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ordine alfabetico per Cognome

 

 Necrologio Figli della Divina Provvidenza (ricordati nel giorno anniversario)  

 

I

1.      Iguinis Miguel

2.      Incerti Anselmo

3.      Invernizzi Pietro

4.      Isola Domenico

5.      Iwertowski Giovanni

6.      Izdebski Szymon

Fr. Miguel IGUINIS

Tornato al Signore il 17 febbraio 2003 in Rosario di Santa Fe (Argentina) a 60 anni d’età e 39 di Professione religiosa.

Miguel nasce il 20 febbraio 1942 a Ramos Mejia nella Provincia di Buenos Aires (Argentina), primogenito di Miguel Julián e di Maria Julia Cassullo, con altri due fratelli e una sorella. Viene battezzato a Ciudadela il 9 marzo ’47 e cresimato il 2 giugno ’53 nel collegio Don Bosco di Ramos Mejia, dove compie regolarmente la scuola dell’obbligo.

Nel ’59 entra nel seminario “Villa Devoto” in Buenos Aires per studiare e discernere la sua vocazione. Qui, nel ’62, Padre Eduardo Pironio – allora rettore del seminario, divenuto in seguito Vescovo e Cardinale – avendogli il giovane Iguinis espresso il forte desiderio di servire più direttamente i poveri e gli infermi, lo orienta verso il Piccolo Cottolengo di Don Orione in Claypole.

Accolto da Padre Luis Alpeggiani, dopo un anno di permanenza comprende essere questa la sua strada. Fatta la domanda, compie il regolare noviziato (’63-’64) ed emette i primi voti religiosi l’11 febbraio 1964. Professa in perpetuo lo stesso giorno nel 1971 a Montevideo (Uruguay), dove emette pure il IV Voto di speciale fedeltà al Papa, il 29 giugno 1985. Avendo notato la necessità della preparazione e competenza nel fare bene l’assistenza, frequenta il corso infermieristico a Lomas de Zamora, con pratica e volontaria assistenza nel Cottolengo di Claypole (’62-’65). Finito il corso, i superiori lo destinano al Piccolo Cottolengo di Montevideo (Uruguay), dove si prodiga senza risparmio fino al 1994.

Infaticabile nel servizio attivo e diretto dei poveri e bisognosi nei Cottolengo dove ha sempre vissuto. Pur con qualche problema di salute, dirige i padiglioni affidatigli con sicurezza, capacità e serenità, attitudini che trasmette anche ai suoi collaboratori, i quali, pur sapendolo esigente, lo amano e lo stimano, trovando in lui un punto di riferimento, per il suo saper ascoltare, consigliare e accompagnare nei vari momenti lieti o difficili della vita quotidiana. Uomo d’orazione, semplice ma costante, dotato di grande spirito di comunione e di famiglia, favoriva il dialogo

Durante l’ordinazione sacerdotale di un confratello che lo invita a partecipare alla vestizione dei sacri paramenti, così prega: “Gesù, non sono degno della grazia che mi dai… voglio essere un umile collaboratore dei tuoi sacerdoti, accompagnandoli nella loro missione.”.

Il medesimo sacerdote dopo l’ordinazione scrisse di lui: “Fratello, quante volte le tue mani hanno vestito gli ammalati! Quante volte hanno chiuso gli occhi ai morti! Quante volte si sono sporcate di sangue che usciva dalle piaghe di Cristo crocifisso presente nel Cottolengo! Quante volte le stesse mani si alzano nel pregare! Caro Fratello, le tue mani hanno vestito anche me con i paramenti sacerdotali: esse sono segno della carità di Cristo. Della stessa carità che brilla in te. Grazie , Fratello.”.

(dagli "Atti e Comunicazioni della Curia Generalizia")