Figli della Divina Provvidenza (FDP)

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ordine alfabetico per Cognome

 

 Necrologio Figli della Divina Provvidenza (ricordati nel giorno anniversario)  

 

N (13)

 

Nardi Igino

Nardotto Giovanni

Nart Genesio

Nascimbene Fra Igino

Natale Salvatore

Nava Giuseppe

Nebelski Bogumil Mieczyslan

Negri Lino

Netto Ferruccio

Nicco Luigi

Nicola Carlo

Nicola Lorenzo

Nunez Mestres Antonio

SAC. NAVA GIUSEPPE

     da Inzago (Milano), passato al Signore nell'Ospedale S, Martino (Genova) il 9 novembre 1988 a 81 anni di età, 48 di professione religiosa e 38 di sa­cerdozio.

     Aveva quasi trent'anni — essendo nato il 28.5.1907 — quando il 6.1.1935, nella Casa Madre di Tortona, venne accolto da don Sterpi, giacché il padre Fondatore si trovava allora in Argentina. La vigilia della Madonna della Guardia successiva (28.8) ricevette l'abito religioso. Fu aggregato alla schiera dei «Carissimi» a San Bernardino, presso il Santuario, e vi compì il ginnasio, passando poi assistente a Genova-Borzoli (1937-38) e magazziniere al Piccolo Cottolengo di Paverano. Fece poi il noviziato a Villa Moffa, rimanendovi per il ginnasio. Professò la prima volta nella festa dell'Assunta del 1940, e in perpetuo il 29 giugno 1947. Parte a Tortona e parte a Villa Moffa completò la filosofia (1941-46), iniziando poi la teologia nel dopoguerra, a Tortona, durante la quale gli fu concesso anche di fare il tirocinio (Genova 1938-39), Sassello, Sanremo (1942-43), Lu Monferrato (1944-45) e Torino (1945-46).Come si vede il bisogno di quegli anni difficili e la totale disposizione di Nava consentirono ai superiori di servirsi delle sue capacità di forte lavoratore. Il 29.6.1950 veniva ordinato sacerdote e destinato a Villa Moffa, quale economo e addetto alla direzione dei novizi lavoratori e alle richieste della vasta tenuta. Nel 1950, il 24 marzo, aveva pronunciato il giuramento di povertà. Gli ultimi anni dal 1970 li trascorse alla Villa Periaschi di Sassello, nella fatica serena e silenziosa, lieto di non farsi notare e di consacrarsi al bene dei giovani ivi addetti, specialmente dei meno dotati, là inviati dalle Istituzioni dell'Opera in Genova. Sobrio nella parole, ma generoso nelle attività affidategli dall'obbedienza Don Nava ha tenuto fede al suo carattere ma soprattutto al suo amore al Fondatore, che ebbe la gioia di conoscere, e alla Congregazione che amò con dedizione e sacrificio.

Atti e Comunicazioni della Curia Generale, ottobre dicembre 1988