Figli della Divina Provvidenza (FDP)

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ordine alfabetico per Cognome

 

 Necrologio Figli della Divina Provvidenza (ricordati nel giorno anniversario)  

 

N (13)

 

Nardi Igino

Nardotto Giovanni

Nart Genesio

Nascimbene Fra Igino

Natale Salvatore

Nava Giuseppe

Nebelski Bogumil Mieczyslan

Negri Lino

Netto Ferruccio

Nicco Luigi

Nicola Carlo

Nicola Lorenzo

Nunez Mestres Antonio

Nicola Lorenzo 1.jpgSac. Lorenzo NICOLA

 

   da Cornale  (Pavia),   morto   a Genova il 13 settembre 1965 a 53 anni di età, 36 di Professione e 31 di Sacerdozio

 

  L'esempio luminoso del compianto Don Lorenzo Nicola (Don Giuseppe Zambarbieri, Tortona 20 ottobre 1965)


....... Penso, soprattutto, al generosissimo nostro fratello che in vita e in morte come pochi, ha saputo emulare il Fondatore, consumando la sua esistenza in una continua immolazione per la Chiesa, il Papa, le vocazioni, le anime. Quando il caro Don Nicola la mattina dell'11 settembre dopo mesi e mesi di sofferenze che avevano coronato e reso straordinariamente meritorio un «servizio» senza soste e senza flessioni in patria e fuori, nella sanità e nella malattia, in pace e in guerra si accorse di essere alla fine, e che ogni speranza cessava, trovò ancora la forza per il suo testamento. L'ho raccolto, al suo capezzale, parola per parola, commovendomi dinanzi a tanta fortezza ed alla nobiltà di sentimenti che neppure l'agonia ormai imminente riusciva ad attenuare: «Offro la mia vita - mi diceva - per il Papa, per il Concilio, per le vocazioni... Oh, i miei ragazzi - e la voce ebbe un fremito - i miei ragazzi, i miei ragazzi!...". (Le vocazioni spagnole erano state l'ultimo capitolo della sua così splendente attività apostolica, il più caro al suo cuore, anche perché frutto di sacrifici che forse, nella completezza, nessuno saprà: i sacrifici sostenuti in Argentina e poi, di inverno e d'estate, sulle strade di Spagna, allorché con la salute già così compromessa senza mai fermarsi, senza mai pensare a se stesso era andato correndo con la vecchia «motoretta» questuando vocazioni e creando quelle belle opere, specie a Dicastillo e a Cascante, che oggi costituiscono una così sicura promessa per la Piccola Opera) « Se ho dato qualche dispiacere alla Chiesa e alla Congregazione - continuò  - ne domando sinceramente perdono». (Volevo protestare, e glielo feci capire stringendogli la mano, accarezzando la fronte, ma i suoi occhi ancora tanto espressivi parevano, davvero, con una sconcertante umiltà, implorare perdono, mentre non avevo che da ringraziarlo del gran bene sempre operato, dell'amore sempre nutrito per la nostra famiglia religiosa, tanto onorata da un sacerdozio sempre integro, illibato, fedelissimo e straordinariamente operoso) «Se è possibile  - aggiunse ancora, quasi chiedesse una carità  - amerei riposare nel cimitero di Cornale, vicino alla mamma, al papa, a Don Carlo... » (Oh, Don Carlo, caduto sulla strada della carità, appena quarantunenne, mentre con l'ardimento che i due fratelli avevano comune, come la passione per i poveri, per i sofferenti — correva ancora una volta verso il Polesine nell'ansia di recare soccorso alle vittime delle alluvioni del 1951! Don Lorenzo era allora in Argentina e non potè neppure pregare accanto alla salma, come non potè rivedere il papà, mancato tragicamente pochi mesi innanzi... Un sindaco comunista aveva seguito il feretro del papà, accanto a Don Carlo: e a chi gli aveva chiesto come mai lo avesse fatto, rispose: «Quando noi partigiani eravamo in montagna e le nostre famiglie erano in pericolo, Don Lorenzo a Tortona vegliava per noi e per loro. Ora è lontano, ed ho voluto rappresentarlo ai funerali di suo padre...») E infine l'estremo desiderio: «Troverete un po' di soldi in valuta italiana e spagnola: desidererei servissero per trasportare in Spagna la Madonna di Don Bosco e di Don Orione. Avevo tanto sperato di accompagnarla io al nuovo seminario di Fròmista, ma capisco che era follia sperar... La Madonna... E' l'ultimo dono ai miei cari ragazzi, e spero la pregheranno sempre anche per me... ».
Quante cose avrei voluto scrivervi subito, carissimi confratelli, e tutte tanto edificanti, sulla vita e sulla santa morte del nostro Padre Lorenzo, mancato al Piccolo Cottolengo Genovese della Castagna la mattina del 13 settembre. Quante memorie vorrei rievocare, ora: ma non finirei più. Qualche notizia già avete appreso dal bollettino della Piccola Opera ed altre le avrete, fra non molto, in un profilo che verrà curato per mettere particolarmente in rilievo, con la sua grande anima sacerdotale, la missione di carità svolta da Don Nicola negli anni tragici della guerra, rischiando più volte la vita e prodigandosi per la salvezza di tutti.
In questo momento a me preme soprattutto sottolineare la sua fedeltà alta Chiesa, al Papa, a Don Orione per richiamare a me ed a voi, carissimi confratelli, un esempio che — per esserci così vicino e luminoso dovrebbe particolarmente muoverci e renderci generosi nella nostra offerta.

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