Figli della Divina Provvidenza (FDP)

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ordine alfabetico per Cognome

 

 Necrologio Figli della Divina Provvidenza (ricordati nel giorno anniversario)  

 

Z

 

1.      Zaccagnini Francesco

2.      Zaccaro Michele

3.      Zak Jan

4.      Zambarbieri Alberto

5.      Zambarbieri Angelo

6.      Zambarbieri Giuseppe

7.      Zanatta Mario

8.      Zanatta Umberto

9.      Zanella Saverio

10.  Zani Luigi

11.  Zanichelli Nino Giuseppe

12.  Zannoni Pellegrino

13.  Zanocchi Giuseppe

14.  Zebri Guido

15.  Zuchegna Lorenzo

16.  Zuchegna Vincenzo

17.  Zuliani Valentino

18.  Zumbo Vincenzo

       SAC. ZANI LUIGI

     da Gambara (Brescia), passato al Signore il 4 marzo 1991, nel Piccolo Cottolengo di Seregno (Monza Brianza), a 69 anni di età, 50 di professione e 40 di sacerdozio. Riposa a Cermenate (CO).

     Entrato a Campocroce di Mirano (Venezia) il 10 agosto 1934, in età di 12 anni, ricevette la veste il 29 agosto 1937 dalle mani stesse del fondatore Beato Don Orione, appena rientrato dalla seconda visita in Sud America. La precaria salute lo mise quasi subito in difficoltà negli studi, che tuttavia egli completò con soddisfazione personale e dei superiori, date le buone doti di intelligenza di cui era fornito, ma soprattutto per il tenace impegno sempre da lui rivolto al compimento della sua vocazione religiosa e sacerdotale. Compiuto il noviziato a Villa Moffa (1940-41), fece la prima professione religiosa nelle mani di Don Cremaschi, maestro dei novizi, nella festa, allora, della Mater Dei l'11ottobre 1941. Dopo gli studi ginnasiali, a Campocroce, Voghera e Montebello (1934-40), passò per il liceo a Tortona e a Villa Moffa, ritornando per la teologia a Tortona (1947-48), non senza aver compiuto il regolare tirocinio di prova a Varallo (1942-44) e, dopo sua richiesta, tra i poveri di Camaldoli in Genova (1944-45). Pronunciò i voti perpetui a Tortona l'11 ottobre 1948 e venne ordinato sacerdote il 29 giugno 1951 per ministero di Mons. Melchiori Vescovo di Tortona: già il 23 marzo 1950 aveva fatto il giuramento in difesa della povertà, cui aggiunse, nell'ottobre 1985, il voto speciale di fedeltà al Papa.

Mite, sensibile e generoso, pur in fragile persona, con salute a volte molto oppressa, il caro confratello lavorò assiduamente in comunità dove il suo ministero poteva svolgersi in ambiente consono alla sua pietà, al suo amore, al silenzio, alla sua pace interiore. Lo troviamo così a Lu Monferrato, tra gli anziani, consigliere e padre di spirito, per passare poi nel 1960 nel Seminario pro Missioni di Voghera, luogo per lui ideale, dove fu guida spirituale dei probandi, e poi direttore, superando ritorni ingrati della sua malferma salute, sino a dover chiedere nel 1965 la speciale facoltà di celebrare da seduto: "Potrò così unire — scrive nella domanda al direttore generale — il mio sacrificio, più morale che fisico, come sofferenza, al Sacrificio del Signore Gesù, e realizzare più facilmente, più coraggiosamente, il detto di San Paolo: completo nel mio corpo ciò che manca alla Passione di Cristo".

Finché nel 1968 viene destinato alla Chiesa di San Benedetto del Piccolo Cottolengo in Milano. E qui, confessore ricercato, buon consigliere delle persone inferme e anziane, dolce amico di giovani trascorre il resto della sua vita, donandosi serenamente nel sacro ministero, offerto nel candore dello spirito e nella ammirata testimonianza sacerdotale, per la Congregazione, per la Santa Chiesa e per l'umanità, specialmente quella come lui sofferente e paziente.

 Atti e comunicazioni della Curia Generale, gennaio aprile 1991