Figli della Divina Provvidenza (FDP)

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ordine alfabetico per Cognome

 

 Necrologio Figli della Divina Provvidenza (ricordati nel giorno anniversario)  

 

Z

 

1.      Zaccagnini Francesco

2.      Zaccaro Michele

3.      Zak Jan

4.      Zambarbieri Alberto

5.      Zambarbieri Angelo

6.      Zambarbieri Giuseppe

7.      Zanatta Mario

8.      Zanatta Umberto

9.      Zanella Saverio

10.  Zani Luigi

11.  Zanichelli Nino Giuseppe

12.  Zannoni Pellegrino

13.  Zanocchi Giuseppe

14.  Zebri Guido

15.  Zuchegna Lorenzo

16.  Zuchegna Vincenzo

17.  Zuliani Valentino

18.  Zumbo Vincenzo

 

60° di Messa “Don Orione Oggi” dicembre 2003

Zebri Guido Picca Francesco.jpg

Sac. Guido ZEBRI

 

Deceduto all’ospedale Villa San Pietro – Roma, il 4 aprile 2004, a 85 anni d’età, 68 di Professione religiosa e 60 di sacerdozio. Riposa a Gaggio Montano (Bologna).

 

Da qualche settimana era ricoverato all’ospedale sulla Via Cassia per problemi cardiocircolatori con serena adesione alla volontà divina, pur nella sofferenza, accettata e offerta a Dio per l’ormai prossima canonizzazione di Don Orione, dal quale ricevette il santo abito dei figli della Divina Provvidenza nel lontano 28 agosto 1931.

Quarto di sette figli di Cesare e Taldo Margherita, Guido nacque a Gaggio Montano (Bologna), il 15 maggio 1918 e fu battezzato lo stesso giorno e cresimato il 26 luglio 1925, da Mons. Nasalli Rocca. Di famiglia contadina, povera ma onesta e fiduciosa nella Divina Provvidenza. Dopo le scuole elementari, manifestando segni di vocazione religiosa e desiderio di studiare, nonostante la povertà, il suo parroco Don Oreste Marchi, che conosceva la Congregazione e la sua attività a favore delle vocazioni povere, lo indirizzò a Don Orione.

Accolto al Paterno di Tortona da Don Carlo Sterpi, il 10 settembre 1930, fece il ginnasio a San Bernardino e a Montebello, fu pronto per il noviziato a Villa Moffa di Bra (Cuneo) (’34-’35). Professò davanti a Don Sterpi nella festa dell’Assunta ’35. Fatta la filosofia a Tortona (’35-’37), fu inviato a Roma, all’Istituto Divin Salvatore di Via Sette Sale per il corso teologico presso la “Gregoriana”, interrotto da tre anni di tirocinio, assistente e insegnante ai probandi di Velletri, e consegue la licenza in Teologia (’37-’44). Si fortificò nella vocazione con la Professione perpetua (25 ottobre 1942), l’ordine diaconale (19 giugno 1943) e il Presbiterato, ricevuto a Roma, nella festa di Cristo Re (31 ottobre 1943). Dopo gli studi, dal ’44 al ’46 fu incaricato dei probandi di Velletri, indi economo e insegnante nel collegio di Patrica (Frosinone), fino al ’53. Dal ’53 al ’64 lavorò come economo e responsabile delle officine e scuole di addestramento professionale all’istituto per orfani di Roma Monte Mario, ricoprendo anche la carica di vicario della comunità negli ultimi tre anni. Don Guido fu poi nominato direttore e parroco a Messina, prodigandosi con zelo al bene dei fedeli, ricordando l’eroismo che ivi profuse il Beato Fondatore nel terremoto del 1908. Vi rimase fino al ’72. Richiamato a Roma, ebbe la direzione dell’istituto per mutilatini in Via della Camilluccia 112, ma l’anno successivo, per la fiducia dei superiori e dei confratelli divenne Direttore della Provincia romana “SS. Apostoli Pietro e Paolo” sforzandosi di farla crescere nella concordia fraterna e nella fedeltà al carisma orionino che il Concilio Vaticano II aiutava a riscoprire e attualizzare. Nel ’79, dopo il governo provinciale, fu destinato al Centro Don Orione di Monte Mario a Roma, prima come vicario ed economo, fino al 1987, poi collaborando nel ministero sacerdotale sia nel Centro che nella vicina parrocchia, ma soprattutto col buon esempio, accettando e offrendo a Dio la nuova condizione d’infermo, conseguente alla grave paralisi post infarto che l’aveva colpito.

Gli fu di conforto e incoraggiamento la frase che Don Orione gli disse poco dopo la sua prima professione: “Fai del bene, sempre!”. Ricordando l’incontro in occasione del suo 60° di ordinazione, dirà: “Capii subito di aver fatto la scelta giusta, perché quello era il cammino indicato dal Signore per noi tutti, e se io potessi, rifarei la stessa scelta, senza esitare.”. Ebbe la gioia di festeggiare la giornata del malato col Papa nell’Anno Santo 2000 e il suo 60° di sacerdozio nel 2003, ripetendo spesso il “Deo Gratias!” tanto caro a S. Giuseppe Benedetto Cottolengo, che esprimeva la bontà di Dio e il dovere della nostra gratitudine per il bene ricevuto e quello che, col suo aiuto, riusciamo a fare.

Si preparò nella preghiera e nel raccoglimento all’attesa del “Dio solo”, scopo e traguardo della santità, nella speranza di goderlo in Paradiso. I funerali si svolsero il 5 aprile nella parrocchia “Mater Dei” a Roma, e il giorno successivo a Gaggio Montano (Bologna), con tumulazione nella tomba di famiglia.

(dagli "Atti e Comunicazioni della Curia Generalizia")