Figli della Divina Provvidenza (FDP) A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W Z ordine alfabetico per Cognome
Necrologio Figli della Divina Provvidenza (ricordati nel giorno anniversario) |
G (81) 8. Galli Italo 10. Gallini Carlo 11. Galluzzi Angelo 13. Gandini Ernesto 14. Gandini Giuseppe 16. Garbelli Luciano 18. Garbin Massimo 20. Gardini Aldo 22. Garncarek Jozef 23. Garuffi Alvaro 27. Gatti Carlo 29. Gatti Mario 30. Gatti Vittorio 31. Gatto Giovanni 32. Gemelli Sante 33. Genovese Antonio 35. Ghezzi Giovanni 36. Ghiazza Mario 37. Ghiglione Mario 39. Ghio Chiaffredo 47. Gili Franco 50. Giorgis Giovanni 52. Girelli Giuseppe 54. Giuffre Antonio 56. Giust Angelo 57. Giustozzi Enzo 59. Gnali Marco 60. Gnosini Angelo 61. Goggi Gaspare 62. Goldoni Alberto 65. Gonella Riccardo 66. Gonzaga Edvaldo 67. Gorreta Giuseppe 72. Grechi Mario 73. Greppi Pietro 74. Grossi Bruno 77. Gualdo Antonio 78. Guida Domenico 79. Guolo Fortunato 80. Guzek Franciszek 81. Guzowski Bozydar |
Tornato al Signore il 21 agosto 2002 in Córdoba (Argentina), a 54 anni d’età, 18 di Professione religiosa e 13 di sacerdozio. Era nato il 13 marzo 1948 a Frías, nella provincia di Santiago del Estero (Argentina). Qui fece le scuole primarie e quelle superiori che gli valsero il titolo di perito mercantile presso la scuola commerciale “M. Belgrano”, proseguendo gli studi in scienze economiche. Verso il 1973 conosce il Cottolengo di Córdoba offrendo la sua volontà di servizio nelle varie attività di portineria, di segreteria parrocchiale, ma soprattutto servendo i bambini dell’Hogar 3, che già lo chiamavano papà. Affascinato dallo spirito caritativo di Don Orione, chiede d’essere orionino e inizia il noviziato a Claypole (’77-’78) sospendendolo poi e tornando in famiglia per assistere il padre, gravemente infermo, fino alla sua morte. Trascorse così alcuni anni con nuove esperienze che ne maturarono la personalità e ne rafforzarono la volontà di consacrarsi a Dio e al servizio del prossimo. Dopo nuova domanda, fu accolto nel Cottolengo di Córdoba (1980), dove, vivendo in comunità, integrò l’assistenza ai malati con gli studi liceali filosofici presso il CEFYT (Centro studi filosofici e teologici) della città, con buon profitto e maturazione umana. Nel febbraio ’83 rifece il regolare noviziato a Claypole (Buenos Aires), professando i primi voti religiosi l’11 febbraio ’84, a 35 anni. Seguirono gli studi del corso teologico nel seminario di Móron (Buenos Aires). Dopo la Professione perpetua nella festa dell’Immacolata 1987, divenne diacono il 27 febbraio 1988 e sacerdote l’8 ottobre dello stesso anno. Completato l’anno di formazione pastorale, fu destinato parroco a San Francisco Solano in Tucumán e dal ’91 al ’97 fu anche vicario della comunità che aveva la responsabilità, oltre che della parrocchia e varie cappelle rurali, anche un collegio con scuola primaria, un asilo e un Piccolo Cottolengo. Nel ’97, con la salute malferma fu trasferito vicario nella comunità di Córdoba ove lavorò senza risparmio sino alla fine. Del Padre José sono ricordati la bontà d’animo, la serenità, la laboriosità, il senso dell’umorismo nell’accettare le sue limitazioni fisiche senza sminuirne le sue qualità positive ed interiori che, specialmente dopo i voti perpetui, esprimevano esternamente il suo stato di pace, d’abbandono e fiducia nel Signore, di preghiera e di sacrificio, che gli permisero di vivere con gioia il ministero e la vita comunitaria. Incarnò lo spirito e il carisma orionino nell’attività pastorale e catechetica, soprattutto verso la gioventù, cui si preparava con metodo ed entusiasmo pedagogico. Negli ultimi nove mesi d’infermità, offrì a quanti lo avvicinavano il buon esempio, accettando ed offrendo a Dio le sofferenze, per la Chiesa e per le anime. I
funerali si svolsero nella parrocchia “Nuestra Señora de los Desamparados” in
Córdoba, il 23 agosto, indi nella chiesa del Piccolo Cottolengo di Claypole
per essere sepolto vicino al “Cuore di Don Orione” che fu “fuoco e luce nella
vita di Padre José Felipe, che () seppe conquistare il cuore di molti
giovani, formandoli alla luce della Parola di Dio, perché fossero uomini e
donne di bene nella società”, come scrisse una parrocchiana. Da: Atti e comunicazioni della Curia generalizia, maggio - agosto 2002, n.208
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