Figli della Divina Provvidenza (FDP)

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ordine alfabetico per Cognome

 

 Necrologio Figli della Divina Provvidenza (ricordati nel giorno anniversario)  

 

R (53)

 

1.      Raboszuk Eugeniusz

2.      Rachota Czeslaw

3.      Radaelli Enrico

4.      Raffa Bruno

5.      Raffa Vincenzo

6.      Raineri Luigi

7.      Ramognini Bartolomeo

8.      Rampin Igino

9.      Rapsiewicz Andrezej

10.  Rastelli Ennio

11.  Ratajek Jozef

12.  Ratti Lorenzo

13.  Ravazzoli Alberto

14.  Ravera Carlo

15.  Re Andrea

16.  Re Luigi Francesco

17.  Re Vincenzo

18.  Rebora Nicola

19.  Reggiani Agostino Fra Redento

20.  Remis Pinera Martino

21.  Renaudo Pietro

22.  Renzini Alfredo

23.  Repiccioli Domenico

24.  Riondato Luigi

25.  Ripepi Domenico

26.  Risi Giuseppe

27.  Risi Roberto

28.  Riva Alfredo Enrico

29.  Riva Angelo

30.  Rivano Raffaele

31.  Rizza Corrado

32.  Rizzi Gino

33.  Rizzo Antonio

34.  Rocca Gaspare

35.  Rodler Augusto

36.  Rodriguez Gonzalez Jesus

37.  Rodriguez Pastrana Juan A.

38.  Roggia Tommaso

39.  Rosato Nicolas

40.  Rosin Giuseppe

41.  Rossi Bernardo

42.  Rossi Nerino

43.  Rossi Oreste

44.  Rossi Valerio

45.  Roszak Taddeo

46.  Rotta Pasquale

47.  Rubinelli Giovanni

48.  Ruggeri Antonio

49.  Ruggeri Attilio

50.  Ruggeri Pasquale

51.  Ruiz Calleja German

52.  Russo Michele

53.  Ryzko Zygmunt

Sac. Nerino Agostino ROSSI

 

   Nato a Ponso (Padova) il 9 marzo 1947 è morto il 27 febbraio 2009, nella nostra Casa di Santa Maria La Longa – Udine; aveva 61 anni di età, 42 di Professione religiosa e 32 di sacerdozio.

  

                Aveva parlato al telefono verso le 11 con il provinciale Don Gianni Giarolo e dopo un'ora è stato trovato morto nella sua camera. Infarto.
Più o meno alla medesima ora di venerdì scorso, per infarto era morto Don Paolo Coata di 48 anni.

Sorpreso e con grande dolore, il Superiore generale ha commentato:
"Mi risuonavano ancora all’orecchio e alla memoria le parole del canto “Portami in cielo” ascoltate al funerale di Don Paolo Coata, a Genova lunedì scorso, e ora mi giunge la notizia di un’altra morte improvvisa di un altro confratello giovane. Che pena e che turbamento della mente e degli affetti! E quante domande al Signore. Per ora, cari confratelli e amici, attacchiamoci alle parole di quel canto, “Portami in cielo”, tratto dalle parole di San Paolo ai Filippesi 1,23: “perché il morire è certamente migliore; è certamente migliore stare con te”. Assicuriamo preghiere e affetto a Don Nerino e ai suoi Cari".


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Appunti dell’omelia di Don Flavio Peloso.

Santa Maria La Longa, 2 marzo 2009.

Siamo qui a celebrare il nostro Deo gratias , il rendimento di grazie a Dio in quest’ora di dolore per la morte e soprattutto per la vita del nostro caro confratello Don Nerino, compagno di fatiche, di entusiasmo e di fedeltà  nel seguire il Signore e Don Orione.

 

Siccome l’argomento particolare del nostro rendimento di grazie è oggi la vita di Don Nerino Rossi, ne ricordiamo alcune date ed eventi come atto liturgico.

Don Nerino Rossi è nato a Bresega di Ponso (Padova), il 9 marzo 1947. A 12 anni entrò nel seminario minore di Campocroce ove frequentò le scuole medie e proseguì poi, nel 1963, a Buccinigo d’Erba.

Fece il noviziato a Villa Moffa di Bra con la prima Professione l’11 ottobre 1966. Terminato il liceo, fece il tirocinio a Vigevano (1969-1971). Frequentò il primo anno di teologia al seminario di Vicenza e poi proseguì all’Istituto Teologico di Roma. Qui concluse la sua formazione con la Professione perpetua l’11 ottobre 1975 e l’ordinazione sacerdotale il 17 dicembre 1976.

Nei primi anni di sacerdozio, dal 1976 al 1980 fu vocazionista a Buccinigo, dopo di ché, per ben 13 anni, dedicò le sue cure pastorali alla parrocchia delle Vallette di Torino. Il campo di apostolato dell’ultima parte della sua breve vita fu tra i malati e disabili di Seregno (1993-1996), di Chirignago (1996-2002), di Tortona-Mater Dei (2002-2003) e infine a Santa Maria La Longa (2003-2009).

 

Per raccogliere queste note, pur conoscendo Nerino dal 1963, come faccio spesso quando muore un confratello, sono andato a vedere in archivio la sua cartella personale. Con mia sorpresa ho trovato poco, molto poco. Oltre ai documenti essenziali personali del curriculum della formazione e poi le nomine e i trasferimenti da un ufficio all’altro durante la vita sacerdotale, nient’altro ho trovato che facesse parlare di lui, né per meriti o per imprese particolari e nemmeno per problemi o difficoltà incontrate o date. 

Una vita da mediano… Sì, mi è venuto in mente il titolo di questa canzone di Luciano Ligabue che ben può definire la vita di Don Nerino Rossi.

Ricordo che un giorno, in un crocchio di confratelli più o meno della stessa età, lui scherzava con un suo pari età dicendogli: “Eh, tu pensavi di fare la punta e invece hai fatto anche tu una vita da mediano come me”.

Una vita da mediano a recuperar palloni
Una vita da mediano con dei compiti precisi
a coprire certe zone a giocare generosi
lì, sempre lì, lì nel mezzo, finché ce n'hai, stai lì.

Una vita da mediano, da chi segna sempre poco
che il pallone devi darlo a chi finalizza il gioco.
Una vita da mediano che natura non ti ha dato
né lo spunto della punta né del 10 che peccato;
lì, sempre lì, lì nel mezzo, finché ce n'hai, stai lì,
stai lì, sempre lì, lì nel mezzo.

 

Don Nerino Rossi è stato un buon mediano. Che non significa mediocre.

Uno su cui si può contare sempre, si sacrifica, ma arriva sempre.

Uno poco appariscente, ma che quando serve c’è, dà il suo contributo.

Sta lì, sempre lì, lì nel mezzo, non si tira mai indietro, copre la sua area di gioco ed è contento di fare tutto quello che può, meglio che può.

Già da chierico dimostrava di essere un buon mediano. I suoi formatori lo presentavano così: “Non ha ricevuto eccezionali talenti, ma ha dimostrato di saperli trafficare bene e con profitto. Conosce i suoi limiti e si impegna per quanto può. Capace pastoralmente, rotto ai sacrifici, non li rifiuta mai”.

“Bonario e fin burlone, quasi come un contributo di allegria per la comunità”.

Molti messaggi giunti in occasione della morte descrivono, fuori metafora, la vita da mediano di Don Nerino, sempre pronto a dare l’appoggio, il passaggio buono nel gioco della vita. Riferisco le parole della superiora generale Suor Maria Irene: “Sono molto grata a Don Nerino, ha voluto molto bene alle suore sempre. La sua ilarità, semplicità e rettitudine sacerdotale, che ricordo mi han fatto tanto bene. Lo rivedo a Cusano Milanino, veniva da Seregno, sempre molto attento alla nostra casa e comunità, un vero fratello in tutti i sensi e in tutti i modi... sempre gioioso nel suo servizio ai poveri... era unico”.

 

Recentemente ci sono morti ben quattro confratelli giovani: Edvaldo, brasiliano di 37 anni, Conrado Rodolfo, argentino di 41, e, in una settimana, i due italiani Paolo Coata, di 48 anni, e Nerino Rossi, di 61. Gli ultimi due colti da morte improvvisa per infarto.

Queste morti ci richiamano la fragilità della vita, la sua preziosità e gratuità. Ci propongono il pensiero della sua continuità nella vita eterna, in Dio, da cui solo trae valore ultimo la vita terrena. Più che scoraggiarci, ci mettono in cammino, sul retto e generoso cammino del “conoscere, amare e servire Dio in questa vita per goderlo poi, nell’altra, in Paradiso”.

Anche Don Orione ha vissuto il forte evento della morte improvvisa di un giovane confratello, Don Ernesto Gandini, di 31 anni. Scrisse qualche pensiero.

“Don Gandini è morto! È morto in questa Casa, stamattina, all’improvviso. Ieri era sano, pieno di robustezza, di serena bonarietà, di vita: oggi è morto! Non par vero, è morto! Sia fatta la volontà del Signore! Sia sempre benedetto il Signore, benedetto nella vita e benedetto nella morte!

Ecco, come la morte può sorprenderci d’ora in ora, e in modo subitaneo. Essa non guarda né a gioventù né a robustezza di temperamento, ma viene, “come un ladro”, nell’istante che meno ce l’aspettiamo.

Preghiamo, o figliuoli miei, e perseveriamo nella nostra santa vocazione, e stiamo vigilanti colle lampade in mano, sempre in attesa.

Per me e per voi questa morte improvvisa è una grande voce di Dio. Una voce che ci invita a chinare riverenti la fronte e ad adorare i giudizi imperscrutabili del Signore: una voce che viene a scuoterci per infervorarci a vita religiosa di virtù e di santità. Questo è che Iddio vuole da me e da voi.

E vuole anche che preghiamo pel nostro caro Morto e che preghiamo tanto: i suffragi saranno di conforto a noi e di sollievo a Lui”.

 

Riposa in pace, caro Don Nerino e aiutaci a stare in pace in questa vita solo quando stiamo nel Signore, nella sua santa Grazia, sulla via della fedeltà evangelica della nostra vocazione, nella carità generosa verso i confratelli, i poveri e le Anime. Tutto è niente, solo Dio vale e valorizza tutto. Ave Maria e avanti!


MESSAGGERO VENETO – SABATO 20 FEBBRAIO 2009 Monica Del Mondo

SANTA MARIA LA LONGA. E' improvvisamente scomparso ieri mattina don Nerino Rossi, l'attuale direttore del Piccolo Cottolengo "Don Orione" di Santa Maria la Longa. Don Nerino aveva celebrato la messa al mattino, poi si era ritirato in camera perché non si sentiva molto bene. Il suo decesso è stato scoperto all'ora di pranzo quando i commensali si sono insospettiti non vedendolo presentarsi a tavola.

Don Rossi dirigeva la struttura per disabili da tre anni. Era giunto nel piccolo comune della Bassa Friulana nel 2004 come economo e l'anno successivo ne era divenuto direttore. In questi anni si era adoperato per migliorare l'abitabilità e l'agibilità della struttura residenziale, mettendola in linea con le normative vigenti e ottenendo i riconoscimenti necessari da parte di Azienda sanitaria e Regione.

Il sacerdote apparteneva alla congregazione di don Orione. Nacque nel 1947 a Bresega di Ponso (in provincia di Padova) e avrebbe compiuto 62 anni il prossimo 9 marzo. Fu ordinato il 17 dicembre 1976 e per molti anni (circa una quindicina) svolse la propria attività presso la Santa Famiglia di Nazaret alle Vallette (Torino). Fu poi impegnato nei seminari e in varie strutture orionine fino al suo arrivo al piccolo Cottolengo di Santa Maria la Longa. I confratelli lo descrivono come una persona gioviale, impegnata e attiva nel proprio servizio per gli altri.

La comunità paesana si riunirà questo pomeriggio, alle 18.45, nella chiesa parrocchiale, per la recita del rosario, mentre i funerali saranno celebrati lunedì mattina, alle 10, a Santa Maria la Longa e, alle 16, nella chiesa di Bresega di Ponso. Il Piccolo Cottolengo "Don Orione" è una realtà presente in Regione dal 1947. A Santa Maria la Longa sono accolte, assistite, educate e curate circa 150 persone di entrambi i sessi, di età adulta, portatrici di disabilità fisiche e psichiche gravi o gravissime. La struttura è gestita dai religiosi della congregazione orionina che si ispira al carisma di don Orione, il sacerdote piemontese che proprio per la sua attenzione versi i più deboli fu canonizzato il 16 maggio 2004.

 

La Vita Cattolica 07/03/09 p. 25               Morto il direttore del Cottolengo

UNA PERSONA «SEMPLICE e gioviale, con la quale era facile confrontarsi, costruire rapporti e collaborare, che è stata un prezioso aiuto per noi sacerdoti anche a livello foraniale». Così il parroco di Santa Maria la Longa e vicario foraneo, mons. Angelo Del Zotto, ricorda don Nerino Rossi, direttore del Piccolo Cottolengo, deceduto venerdì 27 febbraio, pochi giorni prima del suo 62° compleanno.

«La notizia della morte del sacerdote è stata una sorpresa per tutti. Un malore improvviso», racconta il parroco, ricordando che «solo il giorno precedente, con don Nerino eravamo a confessare nell'incontro penitenziale di inizio Quaresima per i ragazzi delle scuole medie alla Viarte e l'11 marzo ci saremmo incontrati tutti al Cottolengo per il tradizionale ritiro tra preti, un appuntamento voluto ogni anno proprio da don Nerino, in occasione della Festa di don Orione».

Nato il 9 marzo 1947, don Rossi era originario di Bresega di Ponso, in provincia di Padova, non distante da Masi, paese in cui è nato l'arcivescovo emerito mons. Alfredo Battisti.

Appartenente alla congregazione di don Orione - il sacerdote piemontese che per il suo impegno nella carità cristiana e la sua attenzione verso i più deboli fu canonizzato nel 2004 da papa Giovanni Paolo II -, Rossi fu ordinato nel 1976 e impegnato per molti anni nel torinese fino al suo arrivo, 5 anni fa, al Piccolo Cottolengo, la struttura di Santa Maria la Longa che accoglie persone con disabilità psichiche e fisiche gravi.

«In Friuli si è trovato subito bene - racconta mons. Del Zotto -. Ha saputo creare ottimi rapporti con tutti». In un primo momento svolgeva il compito di economo, poi, tre anni fa è diventato direttore della struttura.

Al Piccolo Cottolengo era in qualsiasi momento circondato dai suoi «amici». «Conosceva ciascuno degli ospiti del centro e si rivolgeva loro per nome - ricorda mons. Del Zotto -. Sapeva come relazionarsi con loro, come coinvolgerli uno per uno. Ecco perché a tutti, ospiti e collaboratori, resterà un ottimo ricordo di lui».

I funerali di don Nerino Rossi si sono svolti lunedì 2 marzo a Santa Maria la Longa, mentre la salma è stata poi portata a Bresega di Ponso.

 

Da “ Gente Veneta” – Diocesi di Venezia -  n. 7 – 7 marzo 2009 p. 12

CHIRIGNAGO – era stato direttore dal 1996 al 2002

L’improvviso addio a don Nerino, “mediano” dell’Istituto Don Orione

“Uno su cui si può contare sempre… che quando serve c’è”

 

“Mediano" non significa "mediocre". E così don Flavio Peloso, Superiore generale degli Orionini, può citare la canzone di Ligabue "Una vita da mediano" per parlare del confratello don Nerino Rossi, già direttore dell'Istituto "Don Orione" di Chirignago negli anni 1996-2002, passato al cielo lo scorso 27 febbraio all'età di 61 anni.

«Oltre ai documenti essenziali personali del curriculum della formazione e poi le nomine e i trasferimenti da un ufficio all'altro durante la vita sacerdotale, nient'altro ho trovato che facesse parlare di lui, né per meriti o per imprese particolari e nemmeno per problemi o difficoltà incontrate o date. Una vita da mediano... », ha detto nell'omelia del funerale don Peloso. «Uno su cui si può contare sempre, si sacrifica, ma arriva sempre. Uno poco appariscente, ma che quando serve c'è, dà il suo contributo. Sta lì, sempre lì, lì nel mezzo, non si tira mai indietro, copre la sua area di gioco ed è contento di fare tutto quello che può, meglio che può...».

Nato a Bresega di Ponso (PD), Nerino ha frequentato le scuole medie nella Villa Soranzo dell'Opera Don Orione a Campocroce di Mirano, poi il Ginnasio a Erba (CO), l'anno di noviziato e il liceo classico a Bra (CN). Dopo due anni di Tirocinio a Vigevano (PV) tra ragazzi orfani e provenienti da situazioni difficili, ha frequentato la Teologia per un anno al Seminario di Vicenza e poi all'Istituto Teologico Don Orione a Monte Mario di Roma. Ha fatto la sua Professione perpetua nella Famiglia di Don Orione a Roma nel 1976, e nello stesso anno è stato ordinato diacono a Roma e sacerdote a Bresega di Ponso il 17 dicembre.

La sua vita sacerdotale si è svolta nel seminario Don Orione di Erba (CO) per 4 anni, in una parrocchia di periferia a Torino-Vallette per 13 anni come viceparroco, e poi nell'ambito sociale: 3 anni a Seregno (MI) con persone diversamente abili, 6 anni a Chirignago, un anno a Tortona con gli anziani e 5 anni a S. Maria La Longa (UD) con persone diversamente abili.

Proprio nel centro della provincia di Udine sono stati celebrati, lunedì 2 marzo al mattino, i funerali (nel pomeriggio anche a Bresega di Ponso, paese natale). La partecipazione della gente del paese e degli ospiti del Piccolo Cottolengo Don Orione di S. Maria e di Bresega, nonché dei Confratelli e dei parenti, è stata molto sentita: ognuna delle due chiese parrocchiali era gremita all'inverosimile, con quasi quaranta sacerdoti concelebranti a S Maria e una trentina a Bresega.

Il Superiore Generale don Flavio Peloso ha scritto a tutti i confratelli dell'Opera Don Orione, riferendosi ai due sacerdoti giovani morti recentemente (ad una settimana esatta, don Paolo Coata a Genova e don Nerino Rossi a S. Maria La Longa), preceduti da altri due giovani: «Recentemente ci sono morti ben quattro confratelli giovani: Edvaldo, brasiliano di 37 anni, Conrado Rodolfo, argentino di 41, e, in una settimana, i due italiani Paolo Coata di 48 anni, e Nerino Rossi, di 61. Gli ultimi due sono stati colti da morte improvvisa per infarto. Queste morti ci richiamano la fragilità della vita, la sua preziosità e gratuità. Ci propongono il pensiero della sua continuità nella vita eterna, in Dio, da cui solo trae valore ultimo la vita terrena. Non temiamo di immergerci in questi pensieri, ci faranno del bene, ci condurranno a Dio e alla sapienza della vita, cui la meditazione della morte quasi costringe. Sono pensieri che, più che scoraggiarci, ci metteranno in cammino, sul retto e generoso cammino del "conoscere, amare e servire Dio in questa vita per goderlo poi, nell'altra, in Paradiso"».

L'ultima opera di don Nerino come direttore a Chirignago è stato l'ampliamento dell’Istituto, inaugurato l'8 settembre 2002 dal Patriarca Angelo Scola, presente il sindaco di Venezia Paolo Costa e l'assessore regionale ai servizi Sociali Antonio De Poli.

    Sac. Nerino Agostino ROSSI

    Improvvisamente tornato alla casa del Padre il 27 febbraio 2009, nella comunità di Santa Maria la Longa (Udine), a 61 anni d'età, 42 di Professione religiosa e 33 di sacerdozio.

Nerino era nato a Brèsega di Ponso (Padova) il 9 marzo 1947, terzogenito di sei figli di Silvio e di Maria Morello. Fu battezzato il 16 dello stesso mese e cresimato il 21 agosto 1954 nella parrocchia "Natività di Maria SS.ma"

Dopo le scuole elementari al paese, fu accolto il 29 settembre 1959 all'istituto "Marco Soranzo" di Campocroce di Mirano, dove frequentò la scuola media fino al 1963. Passato al "San Carlo" di Buccinigo d'Erba (Como), completò il ginnasio con la vestizione dell'abito religioso (25 settembre 1965). Fece il noviziato a Villa Moffa di Bra (Cuneo) e professò la prima volta 1' 11 ottobre 1966. Terminato il liceo classico nel vicino istituto "San Tommaso" (1966-1969), fu inviato a Vigevano (Pavia) per il tirocinio, come assistente dei ragazzi poveri e difficili (1969-1971).

Frequentò il primo anno di teologia presso il seminario di Vicenza mentre era educatore dei ragazzi all'Istituto San Domenico; proseguì e concluse la sua formazione all'istituto Teologico Don Orione di Roma (1971-1976). Emise la Professione perpetua l'11 ottobre 1975, ricevette il Diaconato a Massimilla (Roma) il 3 aprile 1976 e il 17 dicembre 1976 fu ordinato sacerdote a Brèsega di Ponso (Padova).

Dopo l'ordinazione venne inviato a Buccinigo d'Erba come formatore e vocazionista, mentre frequentava l'anno di teologia pastorale presso l'Istituto Lombardo di Teologia in Milano. Nel 1980 venne trasferito nella Parrocchia S. Famiglia di Nazaret a Torino Vallette, ove si prodigò per 13 anni, prima come consigliere e vicario parrocchiale e pastorale giovanile, poi vicario (1983-1990) e infine direttore della comunità (1990-1993), divenendo nel frattempo, responsabile zonale per la catechesi (1984-1988).

Trascorso un triennio (1993-1996) come vicario ed economo nel Piccolo Cottolengo di Seregno (Milano) collaborando nel ministero pastorale nelle parrocchie vicine e nel santuario "Maria SS. Ausiliatrice", fu destinato alla direzione dell'istituto Don Orione di Chirignago (Venezia), interessandosi concretamente per l'ampliamento e la messa a norma del complesso, inaugurato 1' 8 settembre 2002 dal Patriarca Angelo Scola.

Dopo un anno di apostolato e collaborazione tra gli anziani del Centro "Mater Dei" a Tortona (Alessandria), passò come economo prima e direttore (2005) poi al Piccolo Cottolengo di Santa Maria la Longa (Udine) che accoglie e assiste persone con disabilità psichiche e fisiche gravi.

Don Nerino si distinse e lasciò in tutti un positivo ricordo del suo passaggio apostolico, sacerdotale e orionino, interessandosi e relazionandosi con le persone, prima che con i problemi, sapendo coniugare fede ed operosità nel fare il bene a tutti, sempre. Molti lo ricordano gioviale, ottimista, semplice e retto, amante della comunità intesa come spirito di squadra, sempre pronto a dare e ricevere per la Chiesa, per le anime e i poveri, attuando l'Instaurare omnia in Christo. Fu un vero compagno di fatiche, di entusiasmo e di fedeltà nel seguire il Signore e Don Orione.

Era un "mediano" - che non significa mediocre - nella partita della carità apostolica e orionina, come ricordò il Superiore generale Don Peloso: "Uno su cui si può contare sempre, si sacrifica, ma arriva sempre, con il suo contributo, senza arretrare nelle difficoltà, sempre contento di fare tutto quello che può, meglio che può"

I funerali si svolsero al mattino del 2 marzo nella chiesa parrocchiale di S. Maria la Longa presieduti dal Superiore generale Don Peloso. Di qui il feretro partì per Brèsega di Ponso (Padova) dove, dopo il rito presieduto dal Padre provinciale Don Giarolo, venne accompagnato al camposanto e tumulato accanto ai genitori.

Atti e Comunicazioni della Curia Generalizia

 

    Dedicata una piazza a don Nerino Rossi

Non è per nulla facile dedicare una piazza ad una persona morta da poco tempo: lo scorso 6 settembre a Bresega di Ponso (PD) è successo! Non sono passati degli anni: solo 171 giorni dopo la morte del nostro Confratello Don Nerino Rossi e la dedica della piazza al suo nome è realtà.
Don Nerino Rossi è morto improvvisamente il 27 febbraio di quest’anno nella Casa di S. Maria La Longa (UD), dove da tre anni era Direttore. Don Flavio, nell’omelia dei funerali a S. Maria, il 2 marzo, ebbe a dire:
Don Nerino Rossi è stato un buon mediano. Che non significa mediocre. Uno su cui si può contare sempre, si sacrifica, ma arriva sempre. Uno poco appariscente, ma che quando serve c’è, dà il suo contributo. Sta lì, sempre lì, lì nel mezzo, non si tira mai indietro, copre la sua area di gioco ed è contento di fare tutto quello che può, meglio che può.

Dopo la S. Messa della Comunità parrocchiale, in una chiesa gremita di fedeli, è stata inaugurata la Piazza Don Nerino Rossi – Sacerdote orionino.
La celebrazione eucaristica è stata presieduta da Don Oreste Maiolini, venuto da Tortona: con Don Luciano Degan, concelebrante, era compagno di classe di Don Nerino fin dal 1963, dal Ginnasio di Buccinigo. Altri cinque sacerdoti orionini delle Comunità di Chirignago, Mestre e Trebaseleghe, insieme a due Padri Cappuccini originari del paese e al parroco, hanno partecipato alla concelebrazione.
Terminata la Messa si è formato il corteo, con la presenza delle autorità civili, militari e della protezione civile, che ha raggiunto la piazzetta, prospiciente la chiesa parrocchiale. Dopo un breve discorso del Sindaco del comune di Ponso, di cui fa parte anche Bresega, si è proceduto al taglio del nastro e Don Oreste ha benedetto la targa del nome della nuova piazza.
Altra tappa è stata quella di una preghiera sulla tomba di Don Nerino, del fratello Daniele (morto a 52 anni) e dei genitori Maria e Silvio.
Nei locali della parrocchia è stato, poi, consumato il pranzo, offerto dalla Comunità parrocchiale (con la partecipazione di circa un centinaio di persone).
Alla cerimonia erano presenti rappresentanze di Ospiti di S. Maria La Longa e di Chirignago, sacerdoti delle Comunità del Triveneto, ex-allievi, parenti e amici di Don Nerino. (o.m.)