Figli della Divina Provvidenza (FDP)

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ordine alfabetico per Cognome

 

 Necrologio Figli della Divina Provvidenza (ricordati nel giorno anniversario)  

 

L (31)

 

La Monica Nunzio

Lanza Antonio

Laurendi Giuseppe

Lazzarin Belisario

Lazzarin Luigi

Lelli Cesare

Lemos Goncalves Antonio

Leoni Lorenzo

Lewandowski Antoni

Liberalon Erminio

Lignini Luigi

Limonta Ettore

Lingua Giovanni

Lion Raffaele

Lisi Giuseppe

Llosa Leonardo Roberto

Lobos Marcelo Rafael

Longoni Paolo

Lopez Rodolfo Conrado

Lorenzetti Giovanni

Lorenzi Luigi

Lo Torto Mario

Lovandina Riccardo

Lovas Amerigo Fra Paolo

Lovo Tarcisio

Lucarini Giovanni Battista

Luccherini Mario

Lucian Francesco

Luggi Narciso

Lukasiewicz Francesco

Lunardi Leonio

   Sac. Tarcisio LOVO

Tornato alla casa del Padre il 28 aprile 2005 a Quatro Barras PR (Brasile), a 83 anni d’età, 65 di Professione religiosa e 55 di sacerdozio.

Nacque a Santa Giustina in Colle (Padova) il 30 agosto 1921, terzo figlio di una famiglia contadina povera, ma di salde radici cristiane. Aveva altri quattro fratelli e cinque sorelle. fu battezzato il 4 settembre successivo e cresimato il 19 novembre ’31 da Mons. Elia Dalla Costa. Fece regolarmente le scuole d’obbligo e la prima ginnasio nel paese, manifestando segni di vocazione sacerdotale e religiosa. Per interessamento del parroco Don Giuseppe Lago, fu accolto al “Marco Soranzo” di Campocroce di Mirano (Venezia) il 4 ottobre ’34  che così lo presentò al direttore Don Mario Zanatta: “L’ho vestito da capo a fondo, compresa la camicia che non aveva… Mi sembra che deva riuscire un buon seminarista e un buon ministro di Dio.”. Ebbe ragione.

Compiuto il ginnasio tra Campocroce, Voghera e Montebello di Pavia (’34-’38) e ricevuto l’abito religioso il 28 agosto ’36 dall’Abate Emanuele Caronti, Visitatore Apostolico della Congregazione, fece il noviziato a Bra (Cuneo) ed emise i primi voti nelle mani di San Luigi Orione, il 15 agosto 1939. Completò il liceo a Villa Moffa e Tortona (’39-’42) e fece il tirocinio come assistente agli orfani del “Manin” di Venezia e ai probandi di Campocroce (’42-’45).

Tornato a Tortona, emise la Professione perpetua il 14 ottobre ’45 e iniziò il corso teologico con un anno di assistenza al “San Giorgio” di Novi Ligure (Alessandria) (’45-’49), coronato dal Presbiterato, ricevuto il 29 giugno ’49, dal Vescovo di Tortona, Mons. Egisto Domenico Melchiori.

Dopo la prima S. Messa al paese natìo, Don Tarcisio, che già aveva manifestato ai superiori la sua disponibilità per le missioni estere, fu trasferito al “Dante” di Tortona, come infermiere e insegnante, preparandosi a partire per il Brasile. Nello stesso periodo, anche la sua famiglia fece “San Martino” come si dice, emigrando verso la Lombardia in cerca di lavoro e migliore sistemazione, dati i tempi e la situazione difficile del dopo guerra, caratterizzati spesso da disoccupazione, miseria e fame.

Nell’autunno 1950 partì via mare per il Brasile, giungendo a Rio de Janeiro il 7 novembre 1950. Dopo un rapido corso di lingua portoghese e aiutando nel Santuario Madonna di Fatimadi Rio, dal ’51 al ’55 fu destinato insegnante e viceparroco a Belo Horizonte e per due anni parroco a Pampulha. Rientrato in Italia nel ’57 per riposo e per altre questioni, trascorse due anni insegnando ai probandi di Campocroce e un anno infermiere e cappellano nel santuario di Maria Ausiliatrice di Seregno (Milano).

Tornato in Brasile, fu vicario e viceparroco a Rio Claro – Niteroi fino al ’62, poi parroco fino al ’66 a Siderópolis; dal ’66 al ’69 direttore e formatore nel collegio seminario di Guararápes, parroco a Quatro Barras, e dal ’72 al ’75 direttore e parroco a Curitiba–Santa Quiteria. Nel frattempo frequentò un corso per formatori e istruttori per disabili psichici e fisici presso l’Università cattolica di Curitiba, conseguendone l’attestato.

Rientrato in Italia nel ’75 per riposo e per assistere la madre malata, gli viene affidata una missione esplorativa per verificare la fattibilità di una nuova opera d’assistenza in Portogallo, che non ebbe seguito per mancanza di qualifica professionale valida colà. Dai superiori  fu iscritto a un corso di formatori vocazionali ad Ariccia, e trascorse poi un anno assistendo i ragazzi disabili con lavoro protetto nella Casa Famiglia a Perolla (Massa Marittima).

Nuovamente in Brasile, fu destinato direttore e insegnante all’orfanotrofio di Morada Nova fino all’84, parroco a Guararápes (’84-’87), a Cotia di San Paolo (’87-’91), vicario a Rio Claro (’91-’95), direttore ed economo a Quatro Barras (’95-’98), vicario ed economo al Cottolengo di Cotia (’98-’99), vicario al Cottolengo di Paraná–Curitiba fino al 2002. Infine, consigliere e viceparroco a Quatro Barras, la cui municipalità, nel 1998, gli conferì la cittadinanza onoraria per il suo servizio ai poveri, ai giovani e alle vocazioni, coinvolgendo positivamente l’intera parrocchia e comunità.

Nel 2004, trovandosi in Italia per il funerale di un suo fratello, ebbe seri problemi di salute, che lo fermarono per qualche mese, amorevolmente assistito al Piccolo Cottolengo di Milano. Ripresosi alquanto, chiese al Superiore di tornare in Brasile per offrire ancora le ultime energie sacerdotali. Vero missionario e orionino, sempre di corsa, dove necessità e obbedienza indicavano. Fu protagonista umile e operoso in molte comunità e attività, collaborando alla crescita della Congregazione in Brasile, fedele nei doveri e generoso nell’apostolato, facendosi benvolere da tutti per la sua mitezza, semplicità e giovialità, sempre entusiasta dell’opera e del carisma del Fondatore. Stile di vita quello di Don Lovo, che il Superiore generale ben riassunse nella frase-motto trovata in una sua lettera di chierico ventenne: “Pax in charitate”, messaggio che il confratello lascia ancora valido e attuale per tutti noi, oggi.

I funerali si svolsero nella parrocchia di S. Sebastiano a Quatro Barras il giorno successivo, con sepoltura nel cimitero locale.

(dagli "Atti e Comunicazioni della Curia Generalizia")

 

RICORDANDO DON TARCISIO LOVO

don Flavio Peloso - Direttore Generale 

 

Mando un ricordo e una parola di vicinanza ai Confratelli del Brasile per la perdita del caro Don Tarcisio Lovo, morto il 28 aprile 2005, a Quatro Barras (Brasile).

 Figlio di poveri contadini, era nato a Santa Giustina in Colle (Padova) nel 1921 e già ai 13 anni, nel 1934, era in Congregazione, a Campocroce.  “L’ho vestito da capo a fondo compresa la camicia che non aveva – scrisse il suo parroco, Don Giuseppe Lago, presentandolo al Direttore -. Mi sembra che deva riuscire un buon seminarista e un buon ministro di Dio”. Non si sbagliò.

Emise i voti nel 1939, nelle mani di San Luigi Orione, e fu ordinato sacerdote nel 1949. Nel 1999, festeggiò con giusta fierezza il 60° di Professione religiosa e il 50° di sacerdozio. In Brasile, arrivò il 7 novembre 1950, ancora sacerdote novello. Vi passò tutta la vita. L’anno scorso ebbe seri problemi di salute e rimase in Italia alcuni mesi per cure, amorevolmente assistito al Piccolo Cottolengo di Milano. Appena si riprese un poco, mi supplicò di poter ritornare: un vero missionario.

Amò il Brasile cui dedicò tutta la vita. La città di Quatro Barras gli diede la cittadinanza onoraria. Ma i poveri, i ragazzi, la tanta gente bisognosa aiutata gli hanno dato la cittadinanza effettiva. Lo ricordo come persona mite, dalla faccia buona, occhio vivace e furbetto, calmo e deciso nella conversazione, religioso fedele nei doveri e generoso nel ministero sacerdotale.  Fu un pioniere e artefice della crescita della Congregazione in Brasile, protagonista umile e operoso in molte comunità e attività. Era un entusiasta di Don Orione, della sua opera e della sua missione per i poveri e per la Chiesa.

Pax in charitate”: Don Tarcisio Lovo non è diventato vescovo e queste parole non le ha scritte in alcun stemma. Ma questa frase, trovata nelle sue lettere di seminarista ventenne, riassume lo stile della sua vita e del suo apostolato: “Pace nella carità”. E’ il suo messaggio per tutti noi oggi.