Figli della Divina Provvidenza (FDP)

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ordine alfabetico per Cognome

 

 Necrologio Figli della Divina Provvidenza (ricordati nel giorno anniversario) 

 

                 C (111)

 

1.      Cabras Angelo

2.      Cabri Mario

3.      Cacciola Pietro

4.      Cacciotti Saturno

5.      Cacciutto Luigi

6.      Cagnacci Gabriele

7.      Caione Luigi

8.      Calegari Adriano

9.      Callegari Giuseppe

10.  Calzolari Cincinnato

11.  Camilloni Renato

12.  Camilloni Romolo

13.  Camorani Arcangelo

14.  Campanelli Nazareno fra Bernardino

15.  Campanini Giovanni

16.  Campos Taitson Fernando

17.  Canavese Ernesto

18.  Candoni Luigi

19.  Canini Eliseo

20.  Canini Eugenio Fausto

21.  Cano Marcellino

22.  Cantoni Lino

23.  Capelli Fausto

24.  Capettini Ernesto Fra Romualdo

25.  Cappelletto Luigi

26.  Caprioli Giovanni

27.  Carbone Giuseppe

28.  Carbonelli Luigi

29.  Carboni Antonio

30.  Cardona Antonio

31.  Carello Giuseppe

32.  Carletti Vincenzo

33.  Carminati Giovanni Battista

34.  Carminati Luigi

35.  Caronti Emanuele

36.  Carradori Gino

37.  Carvalho Luis Fernando

38.  Casa Francesco

39.  Casanova Consier Felice

40.  Casati Giovanni

41.  Casciola Brizio

42.  Cassol Arcangelo Raffaele

43.  Cassulo Mario

44.  Castagnetti Francesco

45.  Castegnaro Antonio

46.  Castellaro Evasio

47.  Castiglione Giuseppe

48.  Castiglione Salvatore

49.  Cavaliere Ferdinando

50.  Cavalli Guglielmo

51.  Cavallo Giuseppe

52.  Cavani Adolfo

53.  Cavarretta Giuseppe

54.  Cavarretta Ignazio

55.  Cavazzoni Fernando

56.  Ceccarelli Gaetano

57.  Ceccato Mario

58.  Cenci Francesco

59.  Cerasani Antonio

60.  Cerruti Giacomo

61.  Cesaretti Carlo

62.  Cesaro Albino

63.  Cezario Jazi Custodio

64.  Chiaratti Gaetano

65.  Chiarini Enito

66.  Chiavassa Bernardino

67.  Chiocchetti Emilio

68.  Chiocchia Domenico

69.  Chizzini Cornelio

70.  Chwilowicz Aleksander

71.  Ciacci Nazareno

72.  Ciccioli Francisco

73.  Ciccioli Remo

74.  Cichy Jozef

75.  Cicolini Bruno

76.  Cicuttini Giuseppe

77.  Ciolli Enrico

78.  Ciolli Paride

79.  Ciuffarella Giobatta

80.  Coata Paolo

81.  Codutti Luigi

82.  Collina Marino

83.  Colombara Vittorio

84.  Comba Ottavio Giovenale

85.  Confalonieri Giuseppe

86.  Contardi Enrico

87.  Conti Ettore

88.  Contoli Giuseppe

89.  Corazza Cesare

90.  Corona Germano

91.  Corrado Alberto

92.  Corriga Ignazio Francesco

93.  Corro Ettore Antonio

94.  Costamagna Costanzo

95.  Costantini Luigi

96.  Costanzi Ivo

97.  Cotani Carlo

98.  Crapelli Giovanni

99.  Cremaschi Giulio

100. Cremaschi Ippolito

101. Cremasco Angelo

102. Crescenzi Rocco

103. Cressotti Giuseppe

104. Cribellati Felice

105. Cruciani Giovanni

106. Cruciani Ugo

107. Cuciz Alberto

108. Cupini Andrea

109. Curci Aldo

110. Curetti Giuseppe

111. Cutarelli Carlo

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mio zio

Don Enrico Contardi

Missionario orionino

 

Avvenire 8 maggio 2014

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Sac. Enrico CONTARDI

  da Montecalvo Versiggia (Pavia), morto a Claypole (Argentina) il 21 marzo 1957 a 71 anni si età, 52 di Professione e 48 di Sacerdozio

    Si è chiusa con la santa morte del nostro Confratello D. ENRICO CONTARDI una bella pagina di storia delle nostre Missioni in Argentina

      Con la scomparsa del R. P. Enrico Contardi, la Piccola Opera della Divina Provvidenza, la apostolica milizia fondata da Don Orione, perde uno dei membri suoi più cospicui. Con Don Contardi se ne va uno spirito generoso, un affabile missionario che nella sua Italia e nei vari luoghi del nostro Paese ha saputo sublimare gli ideali del Santo Fondatore, realizzando opere benemerite, ispirate agli alti principi della Carità cristiana. Una esistenza utile e laboriosa ispirata alla massima evangelica di dare tatto per amore del Creatore ».

       Così scriveva uno dei più importanti giornali Argentini La Nacion nel dare notizia della santa morte del nostro Confratello Missionario Don Enrico Contardi.

       Dopo tre mesi di degenza in una cllnica cittadina, affetto da fortissima anemia, era stato riportato nella Casa di Riposo per il Clero nella Provvidenziale Istituzione del Piccolo Cottolengo Argentino di Don Orione in Claypole. I Confratelli danno dettagli commoventi della intensa preparazione spirituale e della serena attesa della morte di Don Contardi: • RICEVETTE I SACRAMENTI CON PIETÀ' EDIFICANTE: AVEVAMO LE LACRIME AGLI OCCHI; in ultimo ci benedisse... Era tutto di Don Orione e della Congregazione. La sua morte è molto sentita non solamente da noi e da altre Congregazioni Religiose, specialmente di Suore, ma da tanti e tanti che hanno ricevuti i benefici del suo grande zelo apostolico. Ci ha lasciato il grande Padre Contardi... Nel campo delle missioni al popolo difficilmente altri hanno lavorato quanto lui e soprattutto col frutto consolantissimo che ha ottenuto ovunque. Ha fatto la morte d'un santo... ».

        Testimonianza dì D. Orione. Da appunti autografi di Don Orione ricaviamo le seguenti notizie e giudizi sul caro Confratello: «DON AUGUSTO ENRICO CONTARDI, di Giuseppe, nato a Montecalvo Versiggia (Pavia) il 14 novembre 1885, fu educato nella Congregazione da fanciullo, accolto da Don Orione al Santa Chiara nell'ottobre 1900; dopo l'ordinazione sacerdotale avvenuta il 29 Giugno 1908, passava alla Chiesa di S Anna a Roma in Vaticano. Dieci anni or sono [nel 1908) Don Orione lo condusse nelle terre devastate dal terremoto di Calabria e Messina; lo lasciò a dirigere la Colonia professionale di Cassano' al Jonio per gli orfani del terremoto, avendo anche la cura di un celebre Santuario della Madonna della Catena annesso, ch'egli fece rifiorire. Vi restò alcuni anni, meritando la stima di Mons. La Fontaine, poi Patriarca di Venezia, e del suo successore in quella diocesi, Mons. Giuseppe Rovetta, delle altre autorità, del popolo. Dopo il terremoto d'Abruzzo (nel 1915) lo chiamò ad Avezzano; vi visse con grande sacrificio, edificando tutti; amato da Mons. Bagnoli, Vescovo dei Marsi. Fu a Reggio Calabria, Superiore dell'Istituto e Chiesa di S. Prospero, stimato da quell'Arcivescovo. Attivo nel ministero sacerdotale, di carattere dolcissimo, ora (1919) è sotto le armi ad Alessandria dove confessa e predica in vari Istituti, si occupa di gioventù, stimatissimo da Mons. Villa, Vicario, e da tutti che vorrebbero gli dessi la parrocchia di S. Rocco, che là ci è stata affidata ».

         Aggiungiamo che nello stesso 1919 fu Parroco della Basilica di Grottaferrata, dove ebbe anche molto a soffrire; dall'agosto 1919 all'agosto 1921 lavorò come parroco a Poggio Tulliano. Dal settembre seguente fu primo segretario del nostro compianto Vescovo Mons. Cribellati. Nel 1922 Don Orione lo sceglieva tra i primi suoi religiosi chiamati a gettare le basi dell'apostolato della Piccola Opera in terra Argentina.

          Così ricorda — con venerazione ed affetto — la attività missionaria di Don Contardi il Confratello Rev.mo Don Giuseppe Dutto, Rettore del Santuario della Guardia in Tortona, e per tanti anni suo compagno di fatiche apostoliche. Un pioniere delle Missioni di D. Orione. «Forse la maggior parte degli stessi Figli di Don Orione in Italia non lo ha conosciuto che di nóme, perché Don Contardi era in Argentina fin dal febbraio del 1932.

          Don Zanocchi, destinato ad essere il Superiore, Don CONTARDI, Don Montagna e due Chierici, ora sacerdoti (D. Dondero e D. Castagnetti), sbarcavano a Buenos Ayres il giorno 11 di febbraio 1922, attesi dallo stesso Don Orione, che li aveva preceduti. Come primo nido per i suoi Figli Don Orione aveva accettato una bella e grande chiesa, ma squallida e disadorna, dedicata alla Madonna della Guardia, nella località di VICTORIA. a 25 chilometri da Buenos Ayres.

          Oggi l'Argentina rappresenta una densa costellazione di Case e di Opere orionine, alcune di eccezionale importanza; altre, parecchie, ha in Cile e Uruguay, tutte irradiate da quel primo centro di Victoria, generoso di sacrifizi e di lavoro apostolico!.. E Don CONTARDI fu uno dei tre benemeriti CAPISALDI dell'Opera!

           Al terrìbile « Marcos Paz ». A pochi chilometri da Buenos Ayres, in località di Marcos Paz, esisteva, ed esiste tuttora, una grande COLONIA di MINORENNI CORRIGENDI, raccolti dai bassifondi della grande Buenos Ayres: erano allora circa 500 CINQUECENTO divisi per età in varie Sezioni o Padiglioni, occupati, i più piccoli. nella frequenza della scuola elementare ed i più grandicelli, nell'imparare un mestiere o anche nell'agricoltura. Però le condizioni di religiosità e moralità di quei poveretti erano ben lungi dall'essere soddisfacenti! Don Orione aveva accettato di farsi carico della assistenza religiosa e morale di quella grande Opera. Si dice che Mons. Espinoza, allora Arcivescovo di Buenos Ayres, abbia detto che se Don Orione non aveva fatto altro miracolo, ben si poteva dire miracolo quello: di essere riuscito a introdurre l'assistenza religiosa in quella Colonia!

          E fu Don Contardi il scelto da Don Orione pel quella missione! Don Orione stesso volle dare delle norme fondamentali per garantirne l'esito e una di esse fu che in quella Casa fosse abolito il letto e si dormisse dai Religiosi su un tavolaccio di legno con appena un misero giaciglio di crini vegetali!.. E così fecero Don Contardi e gli altri.

          Non era certamente facile rendere accetta la religione là dove di religione non se ne era mai parlato se non per disprezzarla e ridicolizzarla, e non solomente dai ragazzi! Eppure Don Contardi, con il suo umore faceto, giovanile e ottimista, con proiezioni e cinema, con lezioni facili e interessanti, riuscì a imporsi a tal punto che la lezione di religione giunse ad essere la più desiderata! E quei discoli. che erano sempre congiurati per sabotare e resistere alle disposizioni dei vari zelatori e assistenti (i più grandi avevano organizzato una vera società di resistenza ribelle, una specie di società segreta per spalleggiarsi, chiamata «comisiòn aplastadora»), si erano messi invece tutti d'accordo perché durante la lezione di religione si mantenesse una condotta irreprensibile!., e proprio i più discoli e spregiudicati si erano incaricati di mantenere l'ordine e il rispetto!.. Durante le lezioni di religione gli assistenti laici si ritiravano a giuocare altrove e lasciavano tutta la camerata, un centinaio di giovani circa, a carico esclusivo del Sacerdote che poteva anche non essere Don Contardi: vi stettero colà anche D. Montagna, D. Casa e D. Dutto.

         Pedagogìa di padre e di sacerdote. Don Contardi era diventato il vero« papà di quei poveretti. Era Lui che li proteggeva, che li difendeva, che interveniva per liberarli dalla pena del «calabozo», ossia dalla prigione di rigore, dove il castigato doveva rimanere a pane ed acqua e senza letto anche una settimana e perfino un mese. Periodicamente, col permesso della Direzione, li portava a gruppi nella casetta de! Padri, dove, nella Cappellina ascoltavano la S. Messa, si confessavano, tacevano la santa Comunione. Passavano là una mattinata in serena allegria, come in famiglia, con loro grande gioia e sollievo. Avevano tanto bisogno di sentirsi un poco amati, essi che di affetto familiare forse non ne avevano goduto mai! Poteva, magari poi anche succedere che quel galantuomini gli rubassero qualche bottiglia di vino per la Messa o anche i pochi soldi, o il cioccolatte o i giocattoli che Don Contardi teneva riservati per qualche opportuna circostanza! E Don Contardi ci rìdeva su benevolmente!... Tutto vince la carità!

        Non passava quasi settimana senza che qualcuno di quei giovani, eludendo la vigilanza dei guardiani, scappasse in cerca di libertà... che è sì cara!... Ciò nonostante Don Contardi, con il permesso della Direzione, aveva organizzato una serie di pellegrinaggi al Santuario Nazionale Mariano di Lujàn: vi accompagnava una trentina di ragazzi per volta, lui solo, senza nessun guardiano!... Tutti d'accordo: NESSUNO DEVE SCAPPARE!... E nessuno scappava, né scappò mai! Era un punto d'onore e bisognava essere fedeli!... A tanto era giunto l'ascendente del Padre su quei giovani! E chi può dire il bene fatto durante i sette anni passati tra quei poveri ragazzi?.. E si noti che una sezione era di giovani dai 16 ai 20 anni, veri delinquenti non affidati alle carceri solamente perché minorenni!

         Per circostanze tutto speciali i Figli di Don Orione dovettero lasciare la cura spirituale di quella Colonia a sacerdoti diocesani, ma il ghiaccio era rotto: la religione e la morale cristiana già occupavano un posto d'onore in quell'Istituto dal quale erano sempre state bandite; e il merito principalissimo era indiscutibilmente di Don CONTARDI.

         Nel covo dei fuorilegge.   Dopo la Colonia di Marcos Paz, la Provvidenza riservava a Don Contardi un'altra operazione di apostolica occupazione!... Le Signore delle Conferenze di San Vincenzo avevano fondato una Scuola di Catechismo e poi costruito un magnifico salone cinematografico, con annesse alcune aule e una abitazione per piccola comunità, in una delle zone moralmente più depresse di Buenos Ayres, nella così detta «QUEMA», ossia dove si depositano le spazzature della immensa metropoli e funzionano i corrispondenti forni di incenerazione. Chi si azzardava, in quei tempi, a passare di notte per quelle vie affossate e sudicie?... Era fama che fosse quello il covo dei fuorilegge della città! L'opinione popolare forse esagerava, ma vi era purtroppo molto di vero! A tutti parve che Don Contardi fosse l'Apostolo adatto per quel campo selvaggio e incolto! Nei primi tempi non mancarono gli insulti e anche qualche sassata, ma ben presto fu Lui il padrone della situazione! Il magnifico salone costruito dalle Signore di San Vincenzo aveva una capienza di oltre MILLE (dico mille) ragazzi; eppure ben presto si vide riempito al completo di bambini che brulicavano da tutte le parti e che venivano anche da zone lontane, attirati dalla voce diffusasi che all'«ASILO» (così denominarono popolarmente la nuova opera) davano belle proiezioni di cinema gratuite... Bisognava però assistere alla S. Messa della mattina per poter godere del cinema gratuito!... Ed allora si riempiva anche il salone per la santa Messa! Ed erano OTTOCENTO, MILLE, e anche MILLECENTO i ragazzi che assistevano alla santa Messa e poi alla proiezione cinematografica del pomeriggio. Ed erano tutti bambini, perché per le bambine sì faceva un secondo turno di Messa e dì cinematografo!... Ed erano anch'esse SETTECENTO ed OTTOCENTO e anche più!.. (Insisto nell'affermare che le quantità affermate sono reali e da prendersi alla lettera; non si esagera affatto!). Ma a metà del sollievo cinematografico, si sospendeva per recitare le orazioni del buon cristiano, che tutti imparavano, e assistere alla proiezione e spiegazione di una quindicina di quadri luminosi in colore (un vero catechismo sui generis) che quei monelli irrequieti seguivano con interesse, dialogando in coro imponente con il Padre Contardi che si sgolava e si imponeva, riuscendo a fissare l'attenzione di quel mare di teste e di occhi su argomenti religiosi e morali, con risultati incredibili e ammirabili. Forse mai si era vista una scena uguale!

         Irradiazioni Eucarìstiche.   E presto si vide sfilare per le vie del Rione una compagnia di Esploratori in divisa con la loro banda di musica.. Erano i «sinica» di Don Contardi, raffinati e disciplinati, orgogliosi della loro bella divisa e della loro bella banda di musica ! E poi i «TARCISIOS», ossia l'Associazione dei ragazzi più devoti, e quella delle «IMELDAS» per le bambine, con oltre duecento iscritti per ciascuna, che facevano la loro S. Comunione regolarmente ogni mese. Si vide così che, dopo qualche tempo, al passaggio di qualche sacerdote per le strade del rione, non si levavano più insulti e sassate, ma un bel o VIVA IESUS, Padre!.. », gridato sonoramente! Era il saluto insegnato da Don Contardi, e bisognava che i sacerdoti rispondessero con un altro: «Viva lesus... » perché se no, quel cristianissimo monello continuava a gridarlo e ripeterlo fino ad averne risposta! E tutto ciò senza rispetto umano, né con petulante ostentazione, ma con sincera spontaneitàl E la bella usanza continuava ancora, dopa molti anni che Don Contardi aveva lasciato quel suoi cari fedeli! Più tardi quel centro di attività religiosa fu creata Parrocchia: la Parrocchia di Nostra Signora della Provvidenza, che continua a funzionare in antica Cappellina e in quel popolare salone; è una delle meno grandi e delle più povere parrocchie della metropoli, ma una delle più apprezzate nella organizzazione dell'Azione Cattolica della grande Buenos Ayres!

       Al centro del Giaco Argentino.  La Divina Provvidenza riservava per il Padre CONTARDI ancora un altro campo greggio e incolto da dissodare apostolicamente. Si era nell'anno 1936. Da poco era stata eretta la nuova Diocesi del CACO argentino, con sede in Resistenza, città con circa mezzo milione di abitanti, disseminati in un territorio quattro volte più vasto del Piemonte. Il suo primo Vescovo, S. E. Mons. De Carlo, sprovvisto affatto di clero, insistette presso Don Orione, che allora era a Buenos Ayres, perché accettasse la parrocchia di Saenz Pegna, nel centro del Ciaco, con una giurisdizione che abbraccia un territorio di circa 200 (duecento) Km. di diametro! Don Orione accettò; e anche questa volta fu D. Contardi il scelto per la nuova missione!

      I Saenz Pegna. città nuovissima, che allora non contava ancora cinquant'anni di fondazione, già 20.000 abitanti nel capoluogo, ed era dotata tutte le comodità del mondo moderno: scuole, e, cinematografi, centri di ritrovo e di diverti molto frequentati dalla popolazione esuberante di ricchezza per l'abbondante produzione di cui sono generosi quei fertilissimi campi strappati alla selva con il dissodamento.

       Sconosciuto da tutti... e con 44° all'ombra! Vi era il tempio ortodosso, con il rispettivo sacerdote, e neppure mancava quello israelita per la colonia ebrea, eppure non vi era ancora un tempio cattolico, nonostante che la popolazione fosse nella sua massima parte cattolica, almeno di origine! Tutta la manifestazione della vita religiosa cattolica si riduceva a una cappellina misera e insignificante, poco più di una stanzetta disadorna e cadente, dove si faceva presente, forse una volta al mese e forse meno, un Padre Francescano per amministrare qualche battesimo e benedire qualche matrimonio! La gioventù cresceva nell'abbandono più assoluto, dedita a una vita del tutto paganeggiante!

        E Iddio permise che. per un contrattempo. Don Contardi giungesse a quella sede della sua nuova Parrocchia del tutto inaspettato, anche dai più fervorosi fedeli, cosicché si trovò solo, in un tugurio sprovvisto non solo di ogni comodità, ma anche delle cose più necessarie e indispensabili: senza nessun ristoro, senza utensili dì cucina, senza lenzuola, sconosciuto da tutti... in un clima subtropicale, nella stagione estiva, infestata da nubi di zanzare moleste, con una temperatura oscillante tra i 36 e i 44 gradi di calore., all'ombra! Quella prima notte, nonostante il viaggio di 36 ore in treno, tra Buenos Ayres e Saenz Pegna, Don Contardi si adagiò miseramente sul misero giaciglio che vi trovò, senza cena e senza conforto e... pianse desolato! Eppure seppe sovrapporsi e imporsi anche là! In breve allestì una nuova chiesetta, linda e decente, eresse un devoto altare, provvide la sacrestia di nuovi arredi sacri e riuscì a suscitare fervoroso interessamento religioso tra i più ben disposti dapprima e dappoi anche tra i meno fervorosi, fino a commuovere la massa con sempre maggiori consensi e adesioni! Dopo qualche mese, o poco più di un anno, Saenz Pegna era il centro Ciachegno dove maggiormente si viveva vita religiosa cristiana, con meraviglia dello stesso Vescovo che non trovava parole sufficienti per lodare lo zelo e le capacità del Padre Contardi!

        « La Madonna ci faccia santi davvero »...  A questo periodo si riferisce una lettera di Don Contardi del 1938 che documenta, insieme con le sue fatiche apostoliche, il suo spirito, tutto zelo e amore di Dio: «Abbiamo centinaia di chilometri da percorrere e molte popolazioni. Dopo un anno che ci reclamano non abbiamo ancora potuto visitarle. Dio mio, quanti battesimi! Si fanno a dieci, venti e fino a quaranta e più per turno, in certi giorni. E moltissimi rispondono loro invece dei padrini, e per alcuni ci vuole lo sgabello per le... cerimonie... Quasi ogni giorno abbiamo prime Comunioni dì gente adulta, ed ogni mese prime Comunioni di ragazzi e giovani numerosissimi. Catechismo tutti i giorni a vari turni per giorno. Si fanno certe pesche!. Sia benedetto Iddio! Un negoziante di armi mi disse: Vendevo molte armi prima che venissero loro, perché qui si ammazzavano come le mosche e adesso « vado al fracasso » perché non ne vendo più. Però sono contento di vedere che entra la morale cristiana in questa gente ». Gli Indios Tobas vivono a 200 chilometri da Roche Saenz Pegno e vengono a piedi e si accampano nei boschi sotto le piante... Si lavano quando piove... Qui il calore è talmente forte che molte volte il termometro arriva a 45° all'ombra e si suda dalla sera al mattino e dal mattino alla sera e bisogna tenere un fazzoletto bagnato in testa per non impazzire. Molte volte con Don Tessari abbiamo passeggiato tutta la notte perché era impossibile chiudere un occhio e respirare. In casa non si può dormire. Tutti nel Chaco dormono all'aria libera. Abbiamo passato molti mesi senza pioggia e si dovette comprare l'acqua quasi tutto l'anno. Ci sono boschi fittissimi e inesplorati dove vivono molti animali feroci... Quanta gente che ancora non conosce Iddio! Come lo amano quando lo conoscono! Che belle anime si trovano nel Chaco! Preparate molti buoni Missionari per il fronte perché noi vecchi dovremo passare... al Cottolengo. La Madonna ci faccia santi davvero... ».

       Intercessore nella luce di Dio...  Ora colà la Congregazione ha organizzato una bella Parrocchia con tutte le Associazioni religiose, ha costruito una bella e vasta chiesa, ha edificato e organizzato, in altra sede, un importante Collegio! Le Suore della Misericordia di Savana vi hanno pure fondato un bellissimo collegio che ha oggi SETTECENTO alunne!.. Ma chi ha acceso la scintilla dalla quale si suscitò tanto bene?.. Don CONTARDI! Carattere gioviale e ottimista. Don Contardi non conosceva difficoltà! Religioso integro e osservante, di gran fede e di molta e intensa orazione, assicurava le benedizioni di Dio sulle sue imprese! Docile e semplice come un fanciullo, non conosceva difficoltà né resistenza alla volontà e ai desideri dei Superiori! Di compagnia sempre desiderata e gradita, non conosceva né puntigli, né freddezze, anzi con lui scomparivano tutte le difficoltà della vita, si arrotondavano le angolosità, tutto sembrava bello e facile! Questa sua quasi ingenua infantilità, lo faceva attissimo per missioni e confessioni tra i poveri, i semplici e i piccoli! Quanto entusiasmo suscitò tra i collegiali di ambo i sessi di innumerevoli Istituti, che lo desideravano e aspettavano con ansia per predicazioni e confessioni! Quante speranze suscitò negli ospedali, specialmente nei sanatari di tubercolosi, che visitava assiduamente soffermandovisi anche giornate intere, asciugando lacrime e insinuando sentimenti di cristiana rassegnazione! Quanto conforto e quanta rigenerazione morale e religiosa portò negli Istituti del Buon Pastore, tra quelle anime disgraziate e anche provate, che lo attendevano come si attende il padre, per aprirgli il cuore!..

       Negli ultimi anni i Superiori, assecondando le sue inclinazioni e per il maggior bene delle anime, l'avevano lasciato libero da ogni impegno di comunità perché potesse darsi completamente all'apostolato Quanti tridui, quante novene, quante missioni predicò in Buenos Ayres, in Rosario e in Santa Fé e nei vari paesi di quella zona! Era poi diventato banditore e l'accompagnato della Madonna nella « Peregrinatio Mariae » ! Da vero figlio di Don Orione era specialissimamente devoto della Madonna! Non conosceva quiete, né riposo, dimostrando sempre e dovunque grande spirito di fiduciosa comprensione che apriva i cuori a generosità e a entusiasmo.

        Ancora forte e attivo, fu sorpreso da una invincibile e misteriosa anemia che, lo portò alla tomba, in Clavpole il giorno 21 di marzo scorso, festa di S. Benedetto.

        Ora il caro e instancabile Don Contardi, riposa nel cimitero privato della Congregazione, in Claypole, vicino agli altri sette Confratelli Missionari che con lui avevano condiviso le ansie e i sacrifici apostolici nel campo che Don Orione aveva loro segnato! Da quelle Tombe fiorisce l'ispirazione e la fraterna intercessione presso Dio perché il lavoro da essi iniziato abbia — per la generosa fatica dei loro successori a continuare, sviluppato e centuplicato. a gloria del Signore, a sollievo di tante povere anime sperdute sui vasti campi delle Missioni Orionine ».

                            "La Piccola Opera della Divina Provvidenza" luglio agosto 1957