Figli della Divina Provvidenza (FDP)

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ordine alfabetico per Cognome

 

 Necrologio Figli della Divina Provvidenza (ricordati nel giorno anniversario)  

 

V (38)

 

1.      Vaccaro Giovanni

2.      Vacchetta Domenico

3.      Valentin Soria Angel

4.      Valentini Guerrino

5.      Valeri Umberto

6.      Vallauri Sebastiano

7.      Valle Julio Jorge

8.      Vallesi Angelo

9.      Valletta Luigi

10.  Vanoli Giovanni

11.  Vanzetto Gianni

12.  Varetto Luigi

13.  Vecchiato Vittorio

14.  Vecchio Francesco

15.  Vedovato Silvano

16.  Velo Giuseppe Luigi

17.  Veneziano Michele

18.  Veneziano Santo

19.  Venturelli Giovanni

20.  Vergari Antonio

21.  Verghelli Glicerio Bruno

22.  Viano Basilio

23.  Viconi Vittorio

24.  Viel Armando

25.  Vighi Secondo

26.  Vigo Giuseppe

27.  Villa Mario

28.  Villanova Francesco

29.  Villanueva Escobar Rafael Angel

30.  Villari Antonino

31.  Viola Dante

32.  Visgarra Mamerto Juan

33.  Visintin Carlo

34.  Viti Orlando

35.  Volpe Gennaro

36.  Volpini Ferruccio

37.  Volpini Michele

38.  Volpini Sante

In memoria…

Su “Amici di Don Orione”

mensile del Piccolo Cottolengo di Don Orione – Genova

ottobre 2006

Sac. Sebastiano VALLAURI 

Serenamente deceduto all’ospedale di Massa Marittima (Grosseto) il 22 giugno 2006, a 77 anni d’età, 57 di Professione religiosa e 48 di sacerdozio. Riposa a Robilante (Cuneo).

Il caro confratello si trovava a dirigere sin dal 1999 la casa-famiglia “Don Luigi Nicco” a Perolla di Massa Marittima, lieto di servire il Signore nel lavoro e nell’obbedienza, assistendo il gruppo di “diversamente abili” nei lavori agricoli, nonostante la salute gli creasse vari problemi. Negli ultimi giorni Don Sebastiano sentiva venir meno la respirazione, qualche linea di febbre e il caldo che lo prostravano. Avvisato, il Superiore provinciale si portò a Perolla e, vista la situazione preoccupante, telefonò al fratello sacerdote Don Giuseppe, a Pompei, che lo raggiunse.

Il 21 giugno lo portarono all’ospedale per un controllo ai polmoni. Tornati a casa, improvviso aggravamento e nuovo ricovero d’urgenza dove, nel primo pomeriggio fu accertato un  infarto in atto. La situazione si aggravò e, nella notte verso le due, assistito da Don Giampiero, rese l’anima al Signore.

Don Sebastiano nacque a Robilante (Cuneo) il 28 aprile 1929, primogenito d’otto figli di Biagio e Annunziata Dalmasso, benvoluti e stimati nel paese per la loro esemplarità, praticanti e laboriosi, aperti al prossimo e fiduciosi nella Provvidenza. Desideroso sin da piccolo di servire il Signore, dopo le scuole elementari entrò nel seminario minore di Cuneo, ma non essendo contento di continuare, anche se sentiva ancora il desiderio di darsi a Dio e vedendo i padri orionini lavorare i campi alla periferia di Cuneo, il Parroco, il teologo Don Lorenzo Peirone, che fu, tra l’altro, autore di una delle prime biografie di San Luigi Orione, gli propose di provare nella loro Congregazione, della quale sentiva parlare bene “ove mansiones multae sunt”.

Entrato a Voghera il 19 novembre ’43, fece la seconda ginnasio e, dopo la vestizione dell’abito religioso il 29 agosto ’44 a Tortona, la terza e quarta a Buccinigo d’Erba (Como), confermandosi nella scelta fatta. Mandato agli “Artigianelli” di Venezia come assistente, fece privatamente la quinta ginnasio e ottenne di fare il noviziato a Villa Moffa di Bra (Cuneo) (1947-48), emettendo i primi voti religiosi nelle mani di Don Bartoli, l’11 ottobre 1948.

Dopo la prima liceo, si ferma a Villa Moffa per il tirocinio, aiutando l’economo, completando poi il liceo regolarmente (’48-’53). Il 29 giugno ’53 emise la professione perpetua nelle mani di Don Carlo Pensa, secondo successore di Don Orione, e iniziò a Tortona lo studio della Teologia in preparazione al sacerdozio, che ricevette il 29 giugno 1957, allietato nel sapere che anche suo fratello Giuseppe lo stava seguendo nella strada orionina della “sequela Christi”.

Frequentato l’anno di pastorale all’istituto “Mater Dei” a Roma, i superiori lo destinarono assistente, insegnante e incaricato delle officine dell’istituto per fratelli coadiutori di Montebello della Battaglia (Pavia) (’58-’60). A Venezia “Artigianelli” fu vicario e incaricato d’opera dal ’60 al ’68, passando poi, con le stesse mansioni al “Berna” di Mestre (Venezia), fino al ’76.

Dal ’76 all’87 collabora nel nuovo istituto per diversamente abili di Chirignago (Venezia), incaricato dell’assistenza con lavoro protetto degli ospiti nell’azienda e scuola di floricoltura e orticultura della casa, assumendo pure la direzione della comunità dall’81 all’84. Trascorse un anno al Cottolengo di S. Maria la Longa (Udine), reggendo la Parrocchia di Mereto, quando i superiori gli chiesero di aiutare la Provincia religiosa di San Benedetto (Genova), cui rispose con la sua abituale e generosa disponibilità.

Il nuovo superiore provinciale gli affidò la direzione della casa per giovani lavoratori di Genova Teglia, altro campo del suo multiforme apostolato, con nuove problematiche sociali e pastorali ch’egli cercò di risolvere nello spirito carismatico di Don Orione. Qui lavorò fino al ’99, valorizzando, oltre agli ospiti, anche l’antica Abbazia di San Nicolò al Boschetto, trasformandola in nuovo centro d’aggregazione sociale e religiosa.

Dal 1999, l’azienda agricola di “Perolla” e i suoi ragazzi diversamente abili divennero la sua casa e famiglia cui dedicò tutte le restanti forze. Don Sebastiano, sin da piccolo amante del lavoro e della terra, lasciò in quanti lo conobbero un’impressione forte. Di carattere, tutto di un pezzo, di gran sacrificio, di preghiera soda, d’apostolato “fuori di sacristia” come voleva Don Orione. Visse con gioia e senza rimpianti la sua scelta religiosa, sacerdotale e orionina, fino a rispondere con prontezza e “d’in piedi” all’ultima chiamata del Signore.

I funerali si svolsero il 24 mattina nel Duomo di Massa Marittima, presieduti dal Vescovo della Diocesi, concelebranti confratelli religiosi e diocesani, presenti parenti, amici e fedeli che così lo ricordava: “Uomo mite e dolce, innamorato della vita, abituato al lavoro e alla fatica, instancabile nelle premure, fedele a Don Orione fino a cercarne l’imitazione nelle cose più piccole. () Amava la Perolla che restava ideale incarnazione della visione del Fondatore: il luogo, la natura, il lavoro, la quiete, l’abbandono in Dio.”.

 La salma proseguì infine per il paese natale Robilante, dove, alle 18.30, dopo una seconda concelebrazione si compì il rito della sepoltura nel cimitero, nella tomba di famiglia.

(dagli "Atti e Comunicazioni della Curia Generalizia")