Figli della Divina Provvidenza (FDP)

A  B  C  D  E  G  H  I  J  K  L  M  N  O  P  Q  R  S  T  U  V  W  Z

ordine alfabetico per Cognome

 

 Necrologio Figli della Divina Provvidenza (ricordati nel giorno anniversario)  

 

V (38)

 

1.      Vaccaro Giovanni

2.      Vacchetta Domenico

3.      Valentin Soria Angel

4.      Valentini Guerrino

5.      Valeri Umberto

6.      Vallauri Sebastiano

7.      Valle Julio Jorge

8.      Vallesi Angelo

9.      Valletta Luigi

10.  Vanoli Giovanni

11.  Vanzetto Gianni

12.  Varetto Luigi

13.  Vecchiato Vittorio

14.  Vecchio Francesco

15.  Vedovato Silvano

16.  Velo Giuseppe Luigi

17.  Veneziano Michele

18.  Veneziano Santo

19.  Venturelli Giovanni

20.  Vergari Antonio

21.  Verghelli Glicerio Bruno

22.  Viano Basilio

23.  Viconi Vittorio

24.  Viel Armando

25.  Vighi Secondo

26.  Vigo Giuseppe

27.  Villa Mario

28.  Villanova Francesco

29.  Villanueva Escobar Rafael Angel

30.  Villari Antonino

31.  Viola Dante

32.  Visgarra Mamerto Juan

33.  Visintin Carlo

34.  Viti Orlando

35.  Volpe Gennaro

36.  Volpini Ferruccio

37.  Volpini Michele

38.  Volpini Sante

    Chierico Antonio Vergari

 da Castiglione del Lago (Perugia), morto a Tortona (Alessandria) il 13 agosto 1964, a 25 anni di età e 6 di Professione. Riposa a Castiglione del Lago (Perugia).

  A tutti i Figli della Divina Provvidenza

  Tortona, 14 Agosto 1964
  L'improvvisa morte del chierico ANTONIO VERGARI
Carissimi in Gesù Cristo,
la pace del Signore sia sempre con noi!
Il Signore ha visitato ieri la nostra famiglia portandosi con Sé uno dei nostri chierici migliori, il caro Antonio Vergari, di 25 anni, alunno dell'Istituto Teologico di Tortona.
E' un'altra gravissima prova che colpisce la nostra famiglia, e ne siamo tutti tanto costernati, pur nell'abbandono pieno alla santa volontà di Dio che certo anche in questo non può avere se non un misterioso disegno di misericordia. Non ci ha insegnato il nostro venerato Fondatore a vedere sempre, in tutto, il materno intervento della Provvidenza?
Il caro chierico Vergari, rimasto con pochi altri confratelli a Tortona durante le vacanze per attendere ai lavori della Casa, provvedeva anche alle varie commissioni con la macchina, avendo conseguito la patente qualche mese fa. Lo avevo incontrato ancora ieri l'altro, mentre conduceva a Novi Don Piccinini che doveva raggiungere un treno speciale per poter poi proseguire verso la Spagna per la vestizione di quei cari novizi. Ieri aveva accompagnato Don Rossi a Villa Charitas: poi era andato con la motoretta a fare alcune provviste. Verso le 10 era uscito con la «multipla» per il mercato: doveva ritirare della frutta anche per gli orfanelli di Villa Charitas. Ne aveva approfittato il ch. Laurendi per il trasporto della macchina del cinema e delle pellicole al Campo profughi, dove il giorno della Assunta si riprometteva di dare uno spettacolo a quei bravi ragazzi, e si era unito a loro anche il ch. Ghio, di passaggio a Tortona. Lasciato il Campo profughi la macchina si stava dirigendo a velocità molto ridotta verso il mercato, quando veniva improvvisamente investita. Nell'urto, la "multipla" sbandava e finiva contro l'edificio del macello. Per il colpo violento, la portiera si è aperta e il caro nostro Vergari, sbalzato fuori, ha battuto la testa sull'asfalto, restando morto quasi sull'istante. Il ch. Ghio che si trovava accanto a lui, ha avuto una gamba spezzata e altre ferite. Il ch.. Laurendi ha riportato solo qualche lieve ferita e contusioni.
La salma del compianto ch. Vergari è sfata piamente composta nella cappella che sta dietro il Santuario della Madonna della Guardia e amorevolmente vegliata dai confratelli e dalle nostre Suore, mentre un'assistenza continua è stata usata stanotte ai due chierici ricoverati all'ospedale. Date le preoccupanti condizioni di Ghio sono stati avvisati i parenti e sono venuti subito da Cuneo i genitori accompagnati dal papa dei fratelli Calaverna.
Io ho avuto la dolorosissima notizia ieri sera, alla stazione di Mestre.
Ero stato al mattino ad Arco di Trento, a visitare il coadiutore Augusto Greppi, che sta meno bene del solito, e poi a Malè a vedere Don Costanzi che grazie a Dio ho trovato ormai ristabilito. Mi ripromettevo di passare a Vetrego e a Campocroce per un saluto alla mamma di Don Pattarello e alla mamma di Don Domenico Sanguin — mantenendo finalmente la promessa fatta in Brasile — e stamattina mi sarei spinto fino a Belluno da Don Da Rech. Telefonando ai nostri del Berna sono stato avvisato della disgrazia, e sono ritornato immediatamente a Tortona.
Ho potuto così sostare a lungo in preghiera accanto alla salma del caro Vergari. Aveva la testa fasciata e il candore delle bende incorniciava il volto sereno senza segni di ferite. Per quanto la morte fosse stata così violenta, i lineamenti erano atteggiati a tanta dolcezza e pace. Contemplavo le mani raccolte dalla corona e mi veniva spontaneo ricordare, con la sua singolare pietà mariana, il suo grande amore al lavoro. Anche durante questi mesi si era prodigato generosamente al Teologico segando legna (ne ha preparato una catasta), e arando tutto l'orto. Era sempre stata una sua «passione» questa del lavoro, in tutti i campi in cui la Provvidenza lo aveva chiamato, felice di prestarsi anche nella più umile fatica manuale, come nell'assistenza ai mutilatini nei due anni del suo tirocinio alla Camilluccia. Né il molto lavoro costituiva un impedimento ai suoi doveri di pietà e di studio. Sapeva sapientemente e silenziosamente (con la discrezione e il riserbo che lo distingueva) dare ad ogni cosa il suo posto e la giusta parte, con una pietà davvero edificante. Il ch.Poggi mi confidava di aver trascorso una giornata assieme al Santuario della Madonna di Caravaggio a Fumo e di essere rimasto profondamente ammirato dal suo spirito di preghiera (diceva già il Breviario per devozione) e dal suo entusiasmo per la fatica e nella fatica, commentando: "aveva le mani piene di calli... proprio da autentico figlio di Don Orione". Anche i confratelli che ne hanno composta la salma sono rimasti edificati nell'avergli visto al collo lo scapolare della Madonna, che portava sempre e da tanti anni.
Il fratello accorso da Agallo di Perugia ha implorato, anche a nome dei genitori e dei familiari (sono sette fratelli!), di poter portare la cara salma al paese, e come si poteva negare questo conforto alla mamma, soprattutto, che dopo aver tanto sperato di vedere il suo Antonio all'Altare, chiedeva di averlo almeno vicino a sé per andare a pregare sulla sua tomba? - Povera mamma. Lo aveva visto bambino lasciare la casa, dopo il non grave infortunio che lo aveva colpito e per cui era stato accolto tra i mutilatini di Gallio: si era poi consolata quando aveva saputo che nel cuore del figliolo era fiorita la vocazione religiosa ed aveva accettato il sacrificio di tanti anni di lontananza, vivendo sempre nell'attesa che il grande sogno si realizzasse...
Che prova, specialmente per la mamma, e proprio, si può dire alla vigilia dell'ordinazione !
E' stato il pensiero che ci ha tutti sospinti ad alternare le preghiere di suffragio a preghiere per ottenere dalla Madonna SS. conforto per la mamma, il papa, i fratelli e le sorelle.
Stamattina alle 11 ho celebrato la S. Messa e le esequie nel Santuario della Guardia, presenti — con Don Gigi, Don Perlo e Don Fiori — tuffi i nostri confratelli di Tortona, i bambini del Piccolo Cottolengo, di Villa Charitas e un gran numero di Piccole Suore Missionarie della Carità che si trovavano a Casa Madre per gli esercizi spirituali ed hanno diviso il nostro lutto unitamente alla loro Superiora Generale Suor M. Voluntas Dei. Le ringrazio pubblicamente, per tanta generosità, come ringrazio il rev.mo Mons. Riccardi, che ha partecipato ai funerali in rappresentanza di Mons. Vescovo, assente da Tortona, e quanti in qualsiasi modo ci sono sfati vicini in quest'ora.
Il furgone con la salma del caro Vergari è partito poco dopo il mezzogiorno verso Perugia, e lo hanno accompagnato, insieme al fratello, Don Carradori, Don Longo e i chierici Cavallo e Fiordaliso.
Gli altri confratelli del Teologico si alternano all'ospedale per l'assistenza ai chierici Ghio e Laurendi, le cui condizioni vanno sensibilmente migliorando. Laurendi, che potrà forse essere dimesso entro pochi giorni, ha spesso accanto al suo letto gruppi di ragazzi e giovani del «Campo profughi». Da alcuni mesi dedicava a loro il tempo lasciatogli libero dagli studi della teologia, raccogliendo una gratitudine da parte dei piccoli e delle loro famiglie, che si esprime ora in manifestazioni commoventi. Ghio avrà una degenza lunga, a causa della frattura riportata: pensa ai voti Perpetui ed alla preparazione che avrebbe dovuto iniziare con Vergari e gli altri confratelli proprio in questi giorni.
Lo tranquillizziamo: Quale preparazione più meritoria che attraverso l'offerta di tante pene? Si rasserena, e ripete che se il Signore gli farà la grazia di arrivare al Sacerdozio vorrà viverlo generosamente anche al posto del caro Vergari...
Nel pomeriggio i nostri cari ammalati, che già ieri erano stati visitati dal Vescovo Ausiliare S. E. Mons. Angeleri, sempre tanto delicato e premuroso, hanno avuto il conforto anche della parola e della benedizione di S. E. Mons. Rossi, che appena rientrato in sede ha voluto dirci la parte che prende alla grande prova toccata alla Congregazione. Mi trovavo all'Ospedale con Don Paragnin quando è venuto a trovare Laurendi e Ghio, ed ho potuto ringraziarlo di persona per questa nuova testimonianza di bontà.
Il Signore, anche nelle ore più tribolate, come fa sentire sempre la sua presenza, come sostiene e consola. Benediciamolo, dunque, il Signore, nella morte e nella vita, nella malattia e nella salute: accettiamo con serena fiducia qualunque cosa disponga di noi; e impariamo da Frate Ave Maria a ringraziarlo anche nei dolori più grandi, persuasi come dobbiamo essere che Iddio, nella sua bontà infinita, sempre può e sa trasformare ogni tristezza in grazia e in gaudio.
E mentre preghiamo perché il Signore dia a noi, sempre, luce e forza di volere e amare quello che Lui vuole, giorno per giorno, affidiamo alla sua misericordia l'anima benedetta del compianto nostro confratello. ChiediamoGli conforto e rassegnazione per la mamma, per tutti i familiari; e la grazia di una rapida, completa guarigione per i nostri cirenei ammalati.
Anche al fine di suscitare una generosa offerta dì preghiere in tutta la Congregazione ho pensato di inviarvi questa mia lettera, e vorrei segnalarvi altre intenzioni ancora, o carissimi confratelli, chiedendo un ricordo particolare per Don Adolfo Testa, che molti di voi conoscono. Proprio stamattina, mentre a Piacenza viaggiava in motoretta, è finito contro un camion con rimorchio, correndo il rischio di essere schiacciato. Sono andato a visitarlo in quell'ospedale, nel pomeriggio, con Don Brinchi e Don Menardi: ha riportato fratture al femore ed al braccio sinistro. E' salvo per miracolo. Mi confidava che si era visto perduto e che gli è parso di vedere in questo grave incidente un richiamo di Dio... Preghiamo per lui, e per il caro nostro Don Nicola, che ho visto a Villa Moffa il giorno di San Lorenzo, appena dimesso dall'ospedale di Bra. Anche gli ultimi esami ed accertamenti, come le cure praticategli non gli hanno recato il miglioramento che si sperava, e la croce della malattia che si prolunga si fa pesante... Siamo tutti più che mai generosi, con le nostre preghiere, verso il Confratello che tanto ha lavorato e tanto si è sacrificato — specialmente in Ispagna — per le vocazioni, ed invochiamo dalla Madonna della Guardia che possa tornare alla sua preziosa attività.
Vi posso dare invece buone notizie del caro Don Dutto, che in questi mesi si è ripreso tanto bene, grazie anche all'aria nativa di Cuneo, e così del venerando Don Risi, di Don Opessi e dei nostri confratelli più anziani.
Penso infine doveroso accennare anche a recenti lutti di nostri confratelli. Sono tornati a Dio, in questo ultimo periodo: il papa di Don Bolletta, di Don Pellizzari, di Don Pietrobon, del ch.. Medda; la mamma di Don Lorenzi, di Don Ponzano, di Don Siasi, di Don Cifterio, di Don Giavedoni, del P. /osé Migliore, del P Mustacchio, di Don Viti Aldo, di frate Ave Maria, del eh. Perrotta; il fratello di Don Matrìcardi e di Don Petruccelli. Per tutti i defunti domando la carità di pii suffragi, e ne avranno sollievo anche i cari nostri confratelli e i loro familiari.
Il 20 luglio dopo aver emesso i voti di devozione «in articulo mortis» — è santamente spirato a Montevideo un nostro aspirante coadiutore, Olgis Pintado, già infermo quando ero passato in Uruguay lo scorso maggio. Lo avevo visitato all'ospedale e ne avevo ricevuto una impressione tanto buona. Aveva 43 anni e sarebbe stato di tanto aiuto per le generose sue intenzioni e le qualità di cui era dotato. Il Signore ha voluto invece chiamarlo a Sé. Oh, se dal cielo — affezionato com'era a Don Orione e al Piccolo Cottolengo — ci mandasse qualche bella vocazione! - Una preghiera di suffragio anche per la sua anima. Così la Madonna SS. ci conforti, ci assista e ci benedica tutti!
In fraterna unione di preghiere e di fiduciosa speranza,
Vostro aff.mo in Gesù e Maria SS.ma
Sac. Giuseppe Zambarbieri dei Figli della Divina Provvidenza