Figli della Divina Provvidenza (FDP)

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ordine alfabetico per Cognome

 

 Necrologio Figli della Divina Provvidenza (ricordati nel giorno anniversario)  

 

V (38)

 

1.      Vaccaro Giovanni

2.      Vacchetta Domenico

3.      Valentin Soria Angel

4.      Valentini Guerrino

5.      Valeri Umberto

6.      Vallauri Sebastiano

7.      Valle Julio Jorge

8.      Vallesi Angelo

9.      Valletta Luigi

10.  Vanoli Giovanni

11.  Vanzetto Gianni

12.  Varetto Luigi

13.  Vecchiato Vittorio

14.  Vecchio Francesco

15.  Vedovato Silvano

16.  Velo Giuseppe Luigi

17.  Veneziano Michele

18.  Veneziano Santo

19.  Venturelli Giovanni

20.  Vergari Antonio

21.  Verghelli Glicerio Bruno

22.  Viano Basilio

23.  Viconi Vittorio

24.  Viel Armando

25.  Vighi Secondo

26.  Vigo Giuseppe

27.  Villa Mario

28.  Villanova Francesco

29.  Villanueva Escobar Rafael Angel

30.  Villari Antonino

31.  Viola Dante

32.  Visgarra Mamerto Juan

33.  Visintin Carlo

34.  Viti Orlando

35.  Volpe Gennaro

36.  Volpini Ferruccio

37.  Volpini Michele

38.  Volpini Sante

   Sac. Gennaro Volpe

   da Venezia, morto a Rignano Flaminio (Roma) il 13 marzo 1975, a 59 anni di età, 39 di Professione e 31 di Sacerdozio.

             Una sciagura stradale, verificatasi il 13 marzo 1975 presso Rignano (Roma) lo ha strappato violentemente all'affetto degli orfani e giovinetti dei nostri Istituti di Monte Mario dei quali da circa un anno era la guida nelle vie del buon vivere cristiano e civile.

Nell'incidente procurato dalla insensatezza di un diciottenne, senza patente e con auto rubata trassero anche ferite gravissime il benefattore Giuseppe Abballe di Sant'Oreste, deceduto poi il 26 marzo, e Don Ravera Carlo, Direttore del nostro Piccolo Cottolengo Romano.

Tutta la vita, possiamo dire, Gennaro Volpe la trascorse negli Istituti dell'Opera. A 8 anni venne affidato all'Orfanotrofio Manin della nativa Venezia, dove aveva visto la luce il 29 settembre 1915. Rivelò fin dalla fanciullezza finezza di modi, connaturata timidezza, sincero desiderio di aiutare gli altri. Poiché dimostrava la inclinazione alla vita religiosa il 18 luglio 1929 fu mandato nel Seminario prò Missioni S. Antonio di Voghera e ricevette l'abito ecclesiastico dallo stesso Don Orione nella successiva festa della Madonna della Guardia.

Dopo il noviziato (1934-35) fu ammesso ai primi voti religiosi il 27 ottobre 1935: completati gli studi presso il Convitto Paterno di Tortona, pronunciò i voti perpetui (15 settembre 1941) e ricevette l'Ordinazione Sacerdotale il 19 giugno 1943, in pieno tempo di guerra.

Diligente e rispettoso, docile e sincero così venne sempre giudicato da Superiori e Confratelli si palesò incline a forte sensibilità, che giunse in taluni momenti a procurargli profonde sofferenze interiori e fu la sua riconosciuta pena, accettata con pazienza e lucidità: « Dio mi ha dato, ha lasciato scritto, il senso dell'inquietum est cor nostrum donec requiescat in te». Un'inquietezza, che spiega il molto suo insoddisfatto ricercare, di mansione in mansione, in Italia e all'estero, lo sforzo di tradurre in realtà di opere e di contatto d'anime il vivo impulso a darsi, a partecipare alle pene altrui, a portare sacerdotale aiuto a quanti penavano come lui nello spirito e nella carne.

Dal Manin, dove fece il suo primo tirocinio quale assistente e maestro ne aveva il diploma governativo —, ottenne di andare missionario in America del Sud. giunse in Argentina il 27 marzo 1948, fu vice parroco a San Giuseppe Cottolengo di Villa Lugano (Buenos Aires) e a Victoria (N.S. della Guardia) addetto ai giovinetti dell'Hogar Don Orione di Saenz Pena (1949), a Barran-queras (1950), a Cuenca e Rosario. Passato poi nel Brasile, lavorò a Rio de Janeiro  (1951),  a  Nicteroj  e,  nel  Cile,  a  Los  Angeles,  a  Quintero  (1954)   e  a Santiago (1957).

Nel 1957 rientrò in Italia, fu tra i giovinetti del nostro istituto di Vigevano; chiese ed ottenne periodi di riposo in famiglia o presso clero amico; tentò perfino la pace della Trappa alle Tre Fontane di Roma, dove allora viveva il compianto Padre Pio Mogni già suo assistente e insegnante a Voghera, passò a varie riprese nell'Istituto Bambin Gesù di Sant'Oreste al Soratte (1959-60), tornò alla sua Venezia, agli Artigianelli (1961-1967), poi ancora al Soratte nel 1969 e di qui al grande complesso di Monte Mario.

« Alla Congregazione si legge nelle lettere di Don Gennaro Volpe ho dato, in nome di Dio, la mia giovinezza, il mio lavoro, sebbene nascosto, parte della mia salute e tutta la mia vita, con grande entusiasmo: ho cercato dì essere Figlio della Divina Provvidenza, perché da questo dipende tutto il resto... Non ho pensato di spegnermi per la Congregazione, ma di ardere... Come San Gennaro, di cui porto il nome, voglio anch'io essere un « junuarius », colui cioè che apre la porte del Cielo a tante anime ».

   Atti e comunicazioni della Curia Generale