Figli della Divina Provvidenza (FDP)

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ordine alfabetico per Cognome

 

 Necrologio Figli della Divina Provvidenza (ricordati nel giorno anniversario)  

 

V (38)

 

1.      Vaccaro Giovanni

2.      Vacchetta Domenico

3.      Valentin Soria Angel

4.      Valentini Guerrino

5.      Valeri Umberto

6.      Vallauri Sebastiano

7.      Valle Julio Jorge

8.      Vallesi Angelo

9.      Valletta Luigi

10.  Vanoli Giovanni

11.  Vanzetto Gianni

12.  Varetto Luigi

13.  Vecchiato Vittorio

14.  Vecchio Francesco

15.  Vedovato Silvano

16.  Velo Giuseppe Luigi

17.  Veneziano Michele

18.  Veneziano Santo

19.  Venturelli Giovanni

20.  Vergari Antonio

21.  Verghelli Glicerio Bruno

22.  Viano Basilio

23.  Viconi Vittorio

24.  Viel Armando

25.  Vighi Secondo

26.  Vigo Giuseppe

27.  Villa Mario

28.  Villanova Francesco

29.  Villanueva Escobar Rafael Angel

30.  Villari Antonino

31.  Viola Dante

32.  Visgarra Mamerto Juan

33.  Visintin Carlo

34.  Viti Orlando

35.  Volpe Gennaro

36.  Volpini Ferruccio

37.  Volpini Michele

38.  Volpini Sante

           Sac. Vittorio VICONI

Tornato al Signore nell’istituto Don Orione in Firenze il 6 aprile 2003, a 66 anni d’età, 48 di Professione religiosa e 39 di sacerdozio.

            Era nato a Montemarciano in provincia di Ancona, il 14 giugno 1936 da Nazzareno e Annunziata Manfredi; fu battezzato il 27 dello stesso mese e cresimato il 2 maggio 1947, nella locale parrocchia di San Pietro. Mentre frequentava le scuole e il catechismo, fu invogliato alla vita religiosa e sacerdotale orionina sentendo parlare del Beato Don Orione dai compaesani Don Giuseppe Sampaolesi e Don Guerrino Petrelli.

            Fu accolto nel probandato di Finale Emilia (Modena) il 20 ottobre 1948 da Don Sampaolesi, che ne coltivò la vocazione col suo esempio di vita. Compiute con profitto le prime due classi ginnasiali, completò il ciclo superiore a Sassello (Savona) dal ’50 al ’53, con la domanda di entrare in noviziato, che trascorse a Villa Moffa di Bra (Cuneo), sotto la guida di Don Felice Bortignon.

            Emise i primi voti religiosi il 12 settembre dell’anno mariano 1954. In perpetuo professò lo stesso giorno del 1960, a Campocroce di Mirano (Venezia). Dal ’54 al ’57 fece il liceo all’Istituto San Tommaso di Bra, seguito dall’anno di propedeutica al Paterno di Tortona e dai due anni di tirocinio all’istituto di Magreta (Modena).

            Inviato in aiuto ai Confratelli operanti a Boston (USA), vi compì gli studi teologici al seminario maggiore della città insieme al confratello Don Massimiliano Battistella (’60-’64), aiutando nel frattempo all’assistenza dei ragazzi difficili in Bradford. Ricevette il sacro Ordine del Presbiterato il 6 febbraio 1964 nella chiesa cattedrale di S. Croce in Boston, per le mani del Card. Richard Cushing.

            Tornato in  Italia per la prima S. Messa al paese natale, vi rimase per difficoltà insorte all’ufficio immigrazione degli USA che gli negarono il visto d’ingresso. Fu dai superiori destinato insegnante e assistente al probandato di Finale Emilia (Modena), e dal ’69 al ’74 anche vicario della comunità. Trascorso un biennio nella comunità di Sanremo con l’assistenza spirituale dei degenti all’ospedale civile della città, dal 1976 al 1981 fu direttore della comunità di Borgo San Lorenzo (Firenze), comprendente il Santuario parrocchia del SS.mo Crocifisso e il Centro sociale giovanile. Diresse poi la Parrocchia di San Marco Vecchio a Firenze dal ’83 al ’94. Ottenne di assentarsi per ritrovare serenità ed equilibrio per superare un periodo di prova e difficoltà personale. Nel 2000, fu assegnato cappellano a Villa S. Clotilde in Sanremo, rendendosi utile ai pellegrini ed ospiti della locale casa di riposo, usufruendo delle cure e del clima del celebre luogo. Nel 2002 tornò a Firenze, dove, con la salute precaria, andò predisponendosi all’incontro con il Signore.

            Gioviale, espansivo, rispettoso ed anche vivace, si sforzò sempre per incanalare la sua esuberanza. Pur avendo problemi al cuore fin dal ’65, accettò ed offrì al Signore le sofferenze e difficoltà contingenti, sempre memore della guarigione concessagli dalla S. Madonna di Loreto, cui era devotissimo, e di quanto aveva giurato nell’accettare gli ordini sacri, seppe perseverare nella sua consacrazione e sacerdozio, nella certezza di ricevere un giorno da Gesù, datore di ogni bene,  il premio promesso al servo fedele.

(dagli "Atti e Comunicazioni della Curia Generalizia")