Figli della Divina Provvidenza (FDP)

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ordine alfabetico per Cognome

 

 Necrologio Figli della Divina Provvidenza (ricordati nel giorno anniversario)  

  

 

A (40)

 

1.      Abalos Americo Miguel

2.      Acevedo Juan

3.      Achramiej Piotr

4.      Acquaotta Serafino fra Umile

5.      Adaglio Giuseppe

6.      Adobati Egidio

7.      Aggio Angelo

8.      Agostini Fioravante

9.      Agustin Esteban

10.  Albera Paolo

11.  Albergucci Roberto

12.  Albertazzi Dalmazio

13.  Alexandre Geraldo Pedro

14.  Alferano Carlo

15.  Alice Andrea Giuseppe

16.  Aliprandi Eugenio

17.  Allione Vincenzo

18.  Alonzo Tomas

19.  Alpeggiani Luigi

20.  Álvarez Martìnez Miguel

21.  Alves Camilo Josè

22.  Alvigini Giambattista

23.  Ambrus Juan

24.  Ancelliero Giorgio

25.  Andrada Dante Luis

26.  Andreani Pietro

27.  Andreos Mansueto

28.  Andretta Marco

29.  Andriollo Giovanni

30.  Andrysiewicz Vincenzo

31.  Antonello Fedele

32.  Antoniewicz Stanislaw

33.  Anzolin Benedetto

34.  Argenti Giuseppe

35.  Arlotti Francesco

36.  Arrue Peiro Antonio

37.  Aureli Giuseppe

38.  Azzalin Mario

39.  Azzaro Giuseppe

40.  Azzoli Paolo

    Sac. PIETRO   ANDREANI

       da Ortonovo  (La Spezia), morto l'8 novembre 1979  a  Genova, a 56 anni  di  età,  40  di professione   e  30  di  sacerdozio.

 

    Scomparso improvvisamente la notte sull'8 novembre 1979, silenziosamente così come sempre visse dedito seriamente al suo quotidiano dovere, Don Pietro ha lasciato come pochi un profondo rimpianto unito a un esemplare ricordo.

Era nato a Ortonovo (La Spezia) il 19 aprile 1923 da Archimede e Annita Cortesi. Il 10 settembre 1935, a 12 anni, indirizzato da Don Simonelli entrava in Congregazione a Tortona, al Paterno. In soli tre anni riusciva ad espletare assai bene il corso ginnasiale successivamente a Tortona, Voghera e Montebello.

Aveva già ricevuto dalle mani del venerato Don Sterpi il santo abito il giorno dell'Immacolata del 1935 poco dopo la sua entrata e nel 1938-39 compiva il suo anno dì Noviziato a Villa Moffa di Bra, emettendo poi i suoi voti religiosi, la notte dell'Assunta, nelle mani stesse del Fondatore Don Orione. Particolarmente stimato dai superiori per la sua pietà e intelligenza, malgrado la salute che subito si rivelò malferma a seguito di paratifo, fu inviato nella casa recentemente aperta di Buccinigo d'Erba (Como) ove compì il triennio di tirocinio.

Fu poi destinato per gli studi a Roma, nell'Istituto Divin Salvatore frequentando il I anno l'Università Gregoriana e negli anni seguenti, dopo il trasferimento dei chierici al San Filippo, (a Sette Sale era venuta la Curia generale) l'Università Lateranense sempre con successo, unendo allo studio zelanti attività fra i giovani dell'oratorio di Ognissanti.

Aveva emesso la professione perpetua a Tortona il 14 ottobre 1945.

Fu ordinato sacerdote nella Chiesa di San Martino ai Monti da S. Em. Traglia il 10 luglio 1949.

Dopo alcuni mesi di preparazione pastorale al Castello di Butrio presso Asti, fu destinato come direttore dell'Oratorio a Finale Emilia fino al 1952.

Dal 1952 al 1961 fu invece a Copparo come Vice Parroco e Primo Consigliere della casa.

Trasferito in seguito a Borgonovo Val Tidone, fu poi, per le sue doti nel campo amministrativo, assunto come Economo nel Piccolo Cottolengo di Paverano ove, dopo un decennio di ininterrotta fatica, chiuse la sua giornata terrena.

Carattere sempre calmo e sereno, cortese con tutti riservato e ligio al dovere, lasciò ovunque il ricordo di ottimo religioso. «Vocazione sicura» qualificano sempre la sua, tutte le relazioni fino dai primi anni di studentato.

Soprattutto però ci rivela maggiormente la ricchezza del suo animo e la altissima coscienza della sua vocazione, una pagina che egli stesso stilò, in forma di preghiera a Dio, concludendo gli Esercizi spirituali di quest'anno: «Questo è il mio Corpo offerto in sacrificio per voi e per molti!

Momento tremendo! Il mio Sacerdozio si deve realizzare in queste parole; altrimenti c'è il fallimento. Il posto, la riuscita, il successo non contano.

O Signore fa che la mia vita sia offerta, consacrata a Te nel servizio dei fratelli, specialmente i più poveri e bisognosi nei quali sei presente.

Fa che il mio servizio per gli altri sia l'Altare dove continua a svolgersi la liturgia eucaristica, fa che anch'io possa esser mangiato da chi si trova nel bisogno; fa che anch'io sia sacramento della Tua presenza in mezzo gli uomini. Così sia! »

 

Atti e Comunicazioni della Curia Generale, gennaio - marzo 1980